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testo e regia Renato Sarti
con Giulia Lazzarini
scene e costumi Carlo Sala
musiche Carlo Boccadoro
produzione Teatro della Cooperativa
in coproduzione con Mittelfest
con il sostegno di Regione Lombardia - Progetto Next
con il sostegno della Provincia di Trieste
orari spettacolo
ore 21.00
domenica ore 18.00
C'era una volta una ragazza che non camminava dritta, c'era una volta la lobotomia frontale, c'era una volta l'elettroshock, c'erano una volta le camicie di forza, c'era una volta il manicomio: luogo di isolamento sui cui internati si praticavano quelle che oggi sono considerate violenze e torture e che fino a una trentina di anni fa erano considerate ‘cure'.
Ma il 3 maggio 1978 è la data del cambiamento: è la Legge 180, detta anche Legge Basaglia dal nome del suo ispiratore, Franco Basaglia, riformatore della disciplina psichiatrica e della concezione moderna della salute mentale. È in atto lo scardinamento delle ipocrisie e delle arretratezze della società. È l'avvento del confronto, del dialogo, dell'ascolto.
Muri, prima e dopo Basaglia mette in scena l'esperienza di lavoro e di vita di chi sta dall'altra parte delle barricate, un'infermiera che ha lavorato presso l'ospedale psichiatrico di Trieste e che nell'arco di tre decenni ha vissuto il mutamento del manicomio da luogo d'isolamento estremo a luogo di comprensione e di cura, un luogo in cui il confine che separa la ‘normalità' dalla ‘follia' rivela tutta la sua precarietà. La protagonista riflette su quello che ha visto e vissuto in ospedale e lo fa con la lucidità estrema, quasi spietata, di chi si rende conto che la spinta di quegli anni oggi si è affievolita e rischia di finire inghiottita dall'indifferenza che - in un brusio inquietante di antenne e motori - sempre più ci avvolge e ci ottunde.