di Rainer Werner Fassbinder
traduzione Roberto Menin
regia Fabrizio Arcuri
con Miriam Abutori, Michele Andrei, Matteo Angius, Emiliano Duncan Barbieri, Gabriele Benedetti, Fabrizio Croci, Pieraldo Girotto, Francesca Mazza, Fiammetta Olivieri, Sandra Soncini
luci Diego Labonia
scene Andrea Simonetti, Aldo Baglioni
video Lorenzo Letizia
produzione Accademia degli Artefatti
co-produzione "Festival Post Paradise fassbinder Now",
Residenz Theater/Marstall Theater (Monaco)
in collaborazione con Teatro di Roma
orari spettacolo
re 21.00
domenica ore 18.00
Una decina di persone raccontano la propria vita, intessendo con se stessi e con gli altri una trama di relazioni che allude a un'idea di umanità; ad ascoltarli un'aliena venuta dallo spazio, che apprende la lingua umana nel momento stesso dell'ascolto. Il suo intervento finale sarà insieme il racconto delle distorsioni umane e la distorsione dell'umana realtà. Un fatto di cronaca, quindi, tratto da un presente reale, eppure appena immaginabile. Della cronaca c'è l'immediatezza dell'avvenimento e una congenita inclinazione a raccontarne e descriverne il contesto: i fatti e la loro rappresentazione - la loro esposizione storica, sociale, personale, comica, tragica, struggente. Pornografica.
C'è un mettersi in mostra ‘nudo e crudo', che è del fatto di cronaca, o di un suo racconto fotografico. Eppure c'è in questo esporsi, storico o biografico, uno sfasamento di realtà, uno sconfinamento in quello che forse non è già successo e che, certo, potrebbe anche non succedere. C'è un vuoto di realtà, che il linguaggio maschera e prova a riempire. Un vuoto che chiede alla scena di essere rispettato.
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