lunedì 27 aprile .15 ore 18
OMAGGIO ALLA MEMORIA DELLA COMPAGNIA DEI GIOVANI
Presentazione del volume di Fabio Poggiali
lunedì 27 aprile .15 ore 18
OMAGGIO ALLA MEMORIA DELLA COMPAGNIA DEI GIOVANI
Presentazione del volume di Fabio Poggiali
Giorgio De Lullo regista pirandelliano: dal teatro alla televisione
Mimesis edizioni
Nel volume, testimonianze e ricordi, tra gli altri, di:
Rossella Falk, Romolo Valli, Giulia Lazzarini, Pier Luigi Pizzi, Elsa Albani, Ferruccio De Ceresa, Ugo Pagliai, Paola Gassman, Carlo Giuffrè, Paolo Stoppa, Giuseppe Patroni Griffi, Giorgio Albertazzi
con le fotografie di Tommaso Le Pera e la prefazione di Andrea Bisicchia
è obbligatoria la prenotazione
tel. 06 684000345
dal lunedì al sabato
ore 10.00 -14.00 e 15.00 -17.30
Il 27 aprile alle ore 18, presso il Foyer del Teatro Valle, verrà presentato il il volume "Giorgio De Lullo regista pirandelliano: dal teatro alla televisione" che Fabio Poggiali ha dedicato a Giorgio De Lullo (Roma, 1921-1981), uno dei registi più significativi e prestigiosi del Novecento, specificatamente per le opere di Luigi Pirandello.
Giorgio De Lullo, scomparso nel 1981, un anno dopo il compagno di scena Romolo Valli, dopo varie esperienze con Luchino Visconti e al Piccolo Teatro di Milano con Giorgio Strehler, fondò, nel 1954, la mitica "Compagnia dei Giovani".
Dopo i due libri pubblicati sulla "Compagnia dei Giovani" e su Rossella Falk, seguiti dai rispettivi documentari Rai, Fabio Poggiali ha posto la sua attenzione sulla metodologia di lavoro di Giorgio De Lullo, regista ufficiale della storica compagnia ed impareggiabile nell'allestire le opere di Pirandello, prima in teatro e poi per un'edizione televisiva. L'autore, laureato presso il Dipartimento Arti, Musica e Spettacolo dell'Università Sapienza di Roma, ha avuto il privilegio di una ultraventennale collaborazione artistica con Rossella Falk ed è attualmente docente di "Tecniche di regia" presso l'Università di Cassino.
Il volume, con la prefazione di Andrea Bisicchia, docente presso l'Università Cattolica di Milano, analizza da vicino, con il contributo di prestigiose personalità, il "dietro le quinte" degli spettacoli pirandelliani diretti da Giorgio De Lullo.
Le interviste a Rossella Falk e a Pier Luigi Pizzi; i ricordi di Elsa Albani, Ugo Pagliai, Paola Gassmann, Giulia Lazzarini; le testimonianze di Romolo Valli, Carlo Giuffré, Giuseppe Patroni Griffi, Paolo Stoppa, Giorgio Albertazzi, etc., ci aiuteranno ad approfondire gli spettacoli e lo stile di De Lullo, anche attraverso le fotografie di Tommaso Le Pera che immortalò De Lullo e Valli in diverse occasioni.
Hanno già aderito all’iniziativa, oltre all’autore, varie personalità e studiosi: prof. Gennaro Colangelo, prof. Giovanni Antonucci, Giorgio Albertazzi, Maurizio Scaparro, Paola Gassman, Ugo Pagliai, Tommaso Le Pera, ed altri artisti si aggiungeranno.
INFO EDITORE: www.mimesiedizioni.it
INFO AUTORE: www.fabiopoggiali.it PER INTERVISTA; cell. 349-1207851
INFO LIBRO: http://www.mimesisedizioni.it/Filosofie-del-teatro/Giorgio-De-Lullo-regista-pirandelliano.html
DICHIARAZIONE DI FABIO POGGIALI
Giorgio De Lullo (1921-1981), nato a Roma, allievo di Luchino Visconti, è considerato oggi uno dei registi più significativi e prestigiosi del Novecento, specificatamente per gli allestimenti pirandelliani. Il volume illustra la sua filosofia ed espone le più significative testimonianze riguardo il suo lavoro da parte di studiosi e critici.
Ho dedicato un ampio capitolo al rapporto tra teatro e tv, dalla sua nascita (1954) ad oggi, per poi analizzare gli spettacoli pirandelliani che De Lullo realizzò prima in palcoscenico e poi per un'edizione televisiva: Sei personaggi in cerca d'autore; Il giuoco delle parti; L'amica delle mogli; Così è (se vi pare); Trovarsi; Enrico IV.
Il libro è un omaggio anche a due artisti indimenticabili: Romolo Valli e a Rossella Falk, scomparsa a maggio 2013. Una grande attrice che, per la galleria di personaggi interpretati e per la duttilità attorale, capace di affrontare, indifferentemente, sia repertori classici che moderni, può essere definita, secondo il nostro giudizio, la regina del teatro italiano contemporaneo. Ritengo che la sua prestigiosa carriera sia da considerare, per le nuove generazioni, un esempio ed un modello da studiare ed approfondire nelle università e nelle accademie d'arte drammatica. Ricordo le significative parole del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano: "Rossella Falk è stata protagonista di grandi stagioni innovative del teatro di prosa italiano, è sempre rimasta fedele alla sua vocazione, rigorosa nell'applicarsi ad ogni sua nuova prova di artista, confermando pienamente nel trascorrere dei decenni il suo straordinario talento". "Per questa dedizione e per la sua sensibilità ed eleganza professionale e personale, Rossella Falk - aggiunge - rimane un esempio per le giovani generazioni di attrici e attori. Desidero ricordare la stima e la simpatia che personalmente ci legavano e che volli testimoniare in occasione dell'incontro per il suo 85mo compleanno".
Romolo Valli (1925-1980), fu protagonista di tutti gli allestimenti pirandelliani (eccetto Trovarsi) diretti da De Lullo. L'attore emiliano, oltre ad essere stato il leader carismatico dei "Giovani", ne fu altresì l'animatore culturale: con il suo indiscusso carisma, egli rappresentò un punto di riferimento per tutti i giornalisti, i critici e gli organi di informazione, non solo per illustrare, agli addetti ai lavori, la propria metodologia attoriale o i progetti della "Compagnia dei Giovani", ma anche il disegno artistico del fraterno amico De Lullo. Il regista romano, di carattere più schivo e riservato, è sempre stato refrattario alle interviste, alle occasioni promozionali di uno spettacolo o alle dichiarazioni pubbliche, il più delle volte, per l'appunto, delegate al suo alter-ego Valli.
Da ciò che emerge nel volume, l'impegno artistico di De Lullo, può essere definito, sinteticamente, "per un teatro etico", in cui, cioè, le qualità professionali siano connaturate a valori quali: lo spirito di sacrificio, il rispetto per il lavoro, l'onestà intellettuale, la libertà di pensiero, ed un profondo senso del dovere che definiremo "kantiano".
L'auspicio è che il libro possa costituire uno stimolo per una riflessione artistica ed estetica del magistero - oggi quasi dimenticato -, del regista De Lullo e, allo stesso tempo, rappresenti uno sprone affinché le Istituzioni, le università, la Rai ed i media valorizzino sempre di più il teatro, anche come memoria storica, al fine di creare l'indispensabile "ponte culturale", tra le generazioni".
GIORGIO DE LULLO
Giorgio De Lullo è nato a Roma il 24-4-1921; nel 1943 si iscrisse all'Accademia nazionale d'arte drammatica "Silvio d'Amico". Il debutto che lo rivelò al grande pubblico avvenne, nel 1945, con Il Candeliere di A. De Musset, diretto da Orazio Costa, al Teatro Eliseo di Roma. Negli anni successivi, con la compagnia "Rina Morelli-Paolo Stoppa" e la regìa di Luchino Visconti, dimostrò di essere ormai divenuto uno dei migliori attori della sua generazione. Dal 1948, al "Piccolo Teatro" di Milano, è presente in numerosi allestimenti di Giorgio Strehler: durante una tournée in Sud-America del "Piccolo", nel 1954, Romolo Valli e Giorgio De Lullo recitarono insieme nel Giulio Cesaredi W. Shakespeare e, approfondendo la loro amicizia, progettarono la nascita della "Compagnia dei Giovani", costituitasi, lo stesso anno, con Rossella Falk, Anna Maria Guarnieri, Tino Buazzelli, ai quali si aggiunsero Elsa Albani e Ferruccio De Ceresa. Il primo spettacolo è Lorenzaccio di Alfred De Musset, con la regia di Luigi Squarzina e De Lullo nel ruolo del titolo. Dall'anno successivo, con la regia di Gigi di Colette, De Lullo divenne il regista ufficiale della "Compagnia dei Giovani": attraverso il suo rigore stilistico, l'inossidabile sodalizio artistico con Romolo Valli e Rossella Falk e la preziosa collaborazione dello scenografo Pierluigi Pizzi, egli si impose come uno dei più autorevoli ed acclamati registi teatrali del dopoguerra. Storici gli allestimenti delle opere di Giuseppe Patroni Griffi (D'amore si muore, Anima nera, Metti, una sera a cena), Diego Fabbri (La bugiarda, Il confidente) e Luigi Pirandello (Sei personaggi in cerca d'autore, Il giuoco delle parti, L'amica delle mogli, Così è (se vi pare); Trovarsi, Tutto per bene, Enrico IV), contribuendo, così, alla piena valorizzazione della drammaturgia nazionale e riscoprendo le opere pirandelliane. Dopo la tragica scomparsa di Romolo Valli, avvenuta nel 1980, in un incidente automobilistico durante le repliche di Prima del silenzio, di Patroni Griffi, iniziò per De Lullo, uno dei periodi più angosciosi della sua vita. Stimolato dai colleghi e dagli amici, fondò il "Gruppo Teatrale Libero-Romolo Valli" per dirigere, nel 1980, un nuovo allestimento di Tre sorelledi A. Cechov. Il suo ultimo spettacolo fu, nel 1981, una riproposizione della commedia Anima nera di Giuseppe Patroni Griffi, prima della sua morte avvenuta il 10 luglio 1981
BREVE PRESENTAZIONE DEL VOLUME
Il 1954 rappresenta una data storica per l'Italia e per la cultura del nostro Paese: il 3 gennaio si inaugurano le trasmissioni televisive della Rai che apre la prima serata con il teatro: l'atto unico di Carlo Goldoni L'osteria della posta. Lo stesso anno, si costituisce la "Compagnia dei Giovani", con Giorgio De Lullo, Romolo Valli, Rossella Falk, Anna Maria Guarnieri, Elsa Albani e destinata a divenire la più importante e longeva compagnia teatrale dal dopoguerra ad oggi. Il volume, che presenta un capitolo dedicato al rapporto tra teatro e tv, circoscrive l'analisi alle messinscene dei testi pirandelliani che De Lullo realizzò, nel corso della sua carriera, prima in teatro e poi per un'edizione televisiva: Sei Personaggi in cerca d'autore; Il giuoco delle parti; L'amica delle mogli; Così è (se vi pare); Trovarsi; Enrico IV. La scelta è motivata: le registrazioni Rai dell'epoca (dal 1964 al 1979; tutte visibili in dvd) ci permettono di confrontare ed analizzare i vari spettacoli, anche alla luce di autorevoli approfondimenti critici sul lavoro registico di De Lullo, Maestro dello spettacolo italiano.
DALLA PREFAZIONE DI ANDREA BISICCHIA (docente di Storia del Teatro e dello Spettacolo all' Università Cattolica di Milano)
Fabio Poggiali ha potuto consultare archivi pubblici e privati, ha dato ordine storiografico a questo materiale e ci ha "raccontato", non solo la storia delle regie pirandelliane di De Lullo, ma anche la storia di un momento tanto particolare quanto esaltante della storia del teatro italiano. Date le sue competenze in "Storia del teatro e dello spettacolo" ed in "Linguaggi Audiovisivi", utilizzando un metodo comparativo, è riuscito anche a tracciare un approfondito confronto tra le edizioni teatrali e quelle televisive, permettendo, al lettore, di addentrarsi in quel mondo misterioso del linguaggio scenico e televisivo che appartiene alla attività creativa del regista e dei suoi interpreti. Essendo al suo terzo studio sull'attività della Compagnia dei Giovani, Poggiali può esserne considerato lo storico ufficiale a tutti gli effetti, non solo per le competenze, ma anche per le capacità con cui è riuscito ad entrare nella geografia rigorosa del mettere in scena tipica del magistero di De Lullo che è un condensato di professionalità, oltre che di pedagogia teatrale per chi volesse conoscerne il metodo. Il volume, pertanto, ne diventa uno strumento indispensabile.
FABIO POGGIALI
Nato a Roma, si è laureato in Lettere e Filosofia all'Università Sapienza di Roma dove ha tenuto vari seminari e laboratori. Studioso di teatro e media, come professore a contratto, ha insegnato "Teorie e tecniche del linguaggio radiotelevisivo" presso l'Università di Siena e "Linguaggi Audiovisivi" presso l'Università della Tuscia. E' attualmente docente di "Tecniche di regia" e di "Comunicazione televisiva" presso l'Università di Cassino e di "Istituzioni di regia" presso l'Università di Siena. Dal 2007 al 2010 è direttore artistico della "Fondazione Teatro Savoia" e, dal 2000, della nuova "Compagnia dei Giovani". E' autore, regista, interprete di spettacoli rappresentati nei più prestigiosi teatri italiani ed all'estero. Ha scritto e diretto vari audiovisivi in collaborazione con la Rai: "La Compagnia dei Giovani"; "Umberto Guidoni: Storia di un astronauta"; "Giorgio Albertazzi: Un maestro" e "Rossella Falk: Gli occhi più occhi di così". Ha realizzato il ritratto: "L'aviatore poeta", dedicato al compianto fratello Maurizio Poggiali, vincitore del "Premio miglior documentario" al concorso internazionale "ilcorto.it" nel 2007. Tra le sue pubblicazioni, ricordiamo: Oltre il sipario, (Carte Segrete 1997); Rossella Falk, la regina del teatro, (Bulzoni, 2002); Le notti bianche, (Bulzoni 2004); Missione 933 rispondete, (Gaffi, 2005); Giorgio Albertazzi, l'ultimo imperatore, (Bulzoni, 2005); Sulle orme della Compagnia dei Giovani, (Bulzoni 2007, III° edizione). Nel 2005, è stato insignito dell'onorificenza di "Cavaliere" Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
DICHIARAZIONE DI GIORGIO DE LULLO:
Fin dai Sei personaggi ho cercato di liberare Pirandello dalla maniera in cui veniva imprigionato, dalle assurde sottolineature del tono raziocinante del discorso, dal "pirandellismo" in definitiva. La situazione di Pirandello, allora, era simile a quella di Goldoni prima della sua revisione a livello scenico: si trattava di strapparli a certe condizioni interpretative, che si erano sovrapposte alle loro opere e che spesso ne nascondevano il vero significato. Soprattutto ho creduto necessario presentare un Pirandello "europeo", e cioè sottrarlo all'atmosfera culturale e al teatro in cui egli stesso operò. Perché in realtà Pirandello è un autore che come forse nessun altro ha espresso i problemi di fondo del nostro secolo, problemi che sono di tutte le società e di tutti i Paesi, al di sopra di qualsiasi differenza politica e sociale.
DICHIARAZIONE DI ROMOLO VALLI
Molti critici, molti studiosi di teatro sono disposti a riconoscere che il contributo più rilevante al revival, alla rinascita di Pirandello in Italia, è certamente merito della Compagnia dei Giovani e nostro. Fu una scoperta folgorante, dicevo, non soltanto perché credemmo di capire che questo grande classico della cultura moderna andava riletto in una veste e in una forma nuove, ma anche perché Pirandello diventò poi addirittura un nostro metodo di lavoro, una nostra struttura. Imparammo, cioè, che dietro l apparenza delle parole che un attore deve dire, ci sono delle realtà nascoste che l abitudine ha logorato, ha in qualche modo appannato.
DICHIARAZIONE DI ROSSELLA FALK: Io mi sono sempreconsiderata una materia viva nellemani di quel grande maestro e nonho mai fatto nessuna faticaparticolare per accedere ai suoidesideri, comprenderli e seguirloin quello che lui mi chiedeva, neisuoi giustissimi punti di vista sullacreazione dei vari personaggi.Ero, se vuoi, una bambolatelecomandata che ogni voltacambiava vestito, accento,sentimenti, consenziente epaziente fino forse all indifferenza.Io, per dirla pirandellianamente,per me non esistevo e sono feliceche sia stato così. Sono stati annidi studio involontario e quandopurtroppo il sodalizio finì, miritrovai con un bagaglio enormefino a quel momento a mesconosciuto, di idee e sentimenti,che avevo incamerato senzasaperlo e che mi consentì diaffrontare il teatro negli anniseguenti, con grande dignità,fierezza, consapevolezza, ora sì,di quello che facevo.
DICHIARAZIONE DI PIER LUIGI PIZZI
Nel lavoro di progettazioneGiorgio ed io ci compensavamoperfettamente. Io, impaziente almassimo grado, affrontavo il testosul quale iniziavamo a lavorarecon determinazione, seguendodiversi spunti interpretativi, prontosemmai a sacrificarli, senzarimpianto, se risultavano pococonvincenti. Giorgio, con pazienza,vagliava ogni chiave di lettura chegli andavo proponendo,verificandone la funzionalitàregistica. Da questi confronti, avolte interminabili, nasceva ilprogetto definitivo. Ero sempredisposto a ricominciare se ilpercorso non portava da nessunaparte. Col tempo, avevo imparato aconoscere Giorgio così bene, chedifficilmente deludevo le sueaspettative. La verità è che io nonlimitavo la mia prestazione allascenografia e ai costumi, maseguivo le prove il più possibile,pronto ad assecondare ognirichiesta del regista, a capire il suopensiero, a risolvere ogni problemache si presentasse durante lapreparazione. Giorgio era unperfezionista: era molto esigente,non si arrendeva finché nonarrivava al risultato che si eraprefisso. Confesso che ho provatotalvolta una certa insofferenza difronte alla sua ostinazione, ma misono poi sempre convinto cheaveva ragione. Il rigore che da annicaratterizza il mio lavoro l hoimparato da lui.