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uno spettacolo scritto da Ugo Chiti con Massimo Salvianti
ideazione dello spazio e regia Ugo Chiti
con Giuliana Colzi, Andrea Costagli, Dimitri Frosali, Massimo Salvianti, Lucia Socci
costumi Giuliana Colzi
luci Marco Messeri
Aiuto regia Lorenzo Galletti
Assistente alla regia Niccolò Notario
Macchinista Nicola Monami
Aiuto Macchinista Andrea Garbini
Materiale elettrico Watt Studio
Organizzazione Tiziana Ringressi, Costanza Gaeta
Amministrazione Valentina Strambi e Enrica Bussi
Si ringraziano Matteo Mazzoni e Alessio Venturini
vincitore del Premio ENRICO MARIA SALERNO per la Nuova Drammaturgia Europea - XIV Edizione - Anno 2008
Arca Azzurra Teatro
in collaborazione con
La Ribalta - Centro Studi Enrico Maria Salerno
Regione Toscana
Ministero dei Beni e delle Attività Culturali
Comune di San Casciano Val di Pesa
Con il contributo del Festival Benevento Città Spettacolo XXX Edizione e del Comune di Firenze
orari spettacolo
da venerdì 21 a domenica 23 maggio ore 22.00
da lunedì 24 a mercoledì 26 maggio ore 21.00
Un pezzo di storia del nostro Paese.
Una cronaca appassionata dei giorni che precedettero e seguirono la liberazione di una città simbolo, che si fa emblema delle sofferenze, dei piccoli e grandi eroismi, dei grandi e minimi avvenimenti di tutte le città e i paesi d'Italia impegnati nella lotta contro l'occupazione nazifascista.
Un resoconto degli avvenimenti che, in quella fatidica estate del 1944, vedevano contrapporsi lo slancio liberatorio delle formazioni partigiane che precedevano le truppe angloamericane nella liberazione dei territori a sud della città, e la volontà degli occupanti di resistere anche a costo di grandi lutti e di distruzioni.
Le riunioni ufficiali, gli appelli dei notabili cittadini affinché si riconoscesse a Firenze lo status di "città aperta", la chiusura e la sordità dei vertici militari tedeschi, ma anche le ansie e i timori dei fiorentini, degli sfollati che avevano trovato nella città un rifugio dai pericoli dei combattimenti e dai bombardamenti alleati.
Il tutto raccontato dalla voce spesso diretta dei protagonisti di quei giorni in un alternarsi di testimonianze e di racconti che fanno di questa cronaca una sorta di narrazione epica popolare nella quale, sullo sfondo della grande Storia, si muovono personaggi minuti portatori di ansie e di passioni quotidiane che si mescolano alle ragioni e ai sentimenti collettivi che hanno mosso gli avvenimenti di quei giorni. La storia di Gina persa per le vie della città, alla ricerca di candele che illuminino la notte del coprifuoco e la liberino dal suo terrore del buio, in una odissea fatta di piccoli incontri, di speranze e di pericoli. Il racconto di Galliano, membro della resistenza, che dal suo paese del contado, accorre alla liberazione di Firenze e piange e smadonna e impreca contro chi l'ha offesa, ha distrutto i suoi monumenti, le sue strade.
E al centro di tutto, lo sfregio crudele inferto alla città dai tedeschi, con l'abbattimento dei ponti sull'Arno, compreso quel Ponte a Santa Trinita, maestoso capolavoro tardo rinascimentale che nel momento della distruzione sembra quasi voler resistere, opporsi alla distruzione, e che crollerà solo dopo che per tre volte gli artificieri tedeschi l'hanno letteralmente avvolto nell'esplosivo.
Uno spettacolo di teatro civile, attento alla verità storica degli argomenti e degli accadimenti ma anche impastato di passione e sincera emozione per le piccole storie individuali che caratterizza l'ormai venticinquennale storia della nostra compagnia.