documenti collegati
di Michela Astri
Dove ha trovato l'ispirazione per scrivere Extremities?
Questo testo è nato a seguito di una conversazione con una sconosciuta. Chiamiamola Mary. In quel periodo ero uno scrittore che faticava ad affermarsi, lavoravo come commesso in un negozio di liquori. Un giorno entrò in negozio una donna di mezza età. Il suo viso era tumefatto. Forse, maleducatamente, l'ho fissata troppo a lungo. Allora lei mi ha detto, con voce dura: "non sono un mostro". Io mi sono scusato e anche lei e siamo rimasti in piedi nel negozio in un imbarazzante silenzio. Poi Mary mi ha detto che la notte prima era stata violentata. Il giorno dopo Mary è tornata a trovarmi in negozio per dirmi che la polizia aveva preso il violentatore e che lei lo aveva identificato. In quel momento mi sono reso conto che lei aveva fatto di me il suo confidente. Con l'avvicinarsi del processo Mary è venuta a trovarmi sempre più spesso per aggiornarmi sulla sua situazione. Come vittima di stupro al processo sarebbe stata solo un testimone, lo Stato avrebbe rappresentato la parte lesa. Circa nove mesi dopo Mary incontrò lo stupratore in aula, per la prima volta dopo la violenza. Lo riconobbe a stento così ripulito e vestito con un completo elegante. Il caso fu chiuso per mancanza di prove e gli amici del violentatore brindarono alla decisione della corte. Mary, disorientata e sconvolta, lasciò la corte, ma sulle scale del palazzo di giustizia si scontrò con il suo stupratore. Lui le sorrise e le disse "Se pensi che sia stato brutto...aspetta la prossima volta". Mary provò a fare tutto ciò che era in suo potere, rinforzò le chiusure di porte e finestre di casa sua, prese l'abitudine di lasciare le luci accese, ma nel suo intimo cominciò a sentirsi indifesa e sola. Perse la fiducia nelle forze dell'ordine e nella legge. Nella sua testa il maniaco la minacciava ogni giorno e ogni notte della sua vita, finché stremata decise di trasferirsi nella West Coast. Andando all'aeroporto si fermò a dirmi addio. Le ho proposto di rimanere in contatto, ma lei ha declinato: voleva lasciare il passato dietro di sé. Così, con una stretta di mano, finì il nostro rapporto confidenziale e Mary, prima di uscire, si fermò e pensierosamente disse: "sai...c'è stato un momento durante la violenza in cui lui si era distratto. Avrei potuto ferirlo, quello era il momento giusto, ci ho provato, ma ero troppo terrorizzata per fare qualsiasi cosa. Allora lui mi ha violentata ancora e picchiata sulla testa con una lampada. Ho fatto finta di essere morta e lui se ne è andato." Non mi aveva mai raccontato prima quella parte della storia. "Penserò a quel momento per il resto della mia vita, ma adesso, dopo tutto quello che ho passato lascia che ti dica che se adesso potessi stare 5 minuti da sola con lui in una stanza..." Mary non finì la frase. Io non avevo mai visto tanta rabbia in una donna, eccetto forse in Medea. Ma quella era in scena. Questa era vita vera. Qualcosa ha urlato in me. Stavo male perché la vita di una donna era rovinata ed ero arrabbiato perché quel maniaco era ancora libero. Mary ha agitato in aria la mano come se fosse impossibile esprimere a parole la sua rabbia. Poi mi ha voltato le spalle e se ne è andata e da allora non l'ho mai più vista.
Extremities è stato scritto per finire la sua frase. Ho cominciato a scrivere alle 22 di sera e ho finito alle 9 del mattino dopo. Quando lo spettacolo è passato da una produzione amatoriale a una professionale ho sentito che il dolore di Mary non era stato inutile.
Sono convinto che Extremities sia stato messo in scena migliaia di volte nell'immaginazione di quelle donne che hanno sofferto in silenzio l'umiliazione e la violenza di Mary, sono sicuro che nei loro sogni più reconditi hanno afferrato un martello o un bastone o quello che avevano a disposizione per farsi quella giustizia sommaria che il tribunale aveva loro negato.
Lei ha detto che il cinema raggiunge un vasto pubblico, ma che il teatro raggiunge il pubblico più intelligente. Extremities è stato un grande successo sia al cinema che in teatro. Quali sono le differenze di reazione fra il pubblico cinematografico e quello teatrale?
È veramente difficile conoscere le reazioni del pubblico del cinema, ma ho assistito molte volte a quelle del pubblico teatrale. Ho visto donne gridare, uomini e donne salire sul palco e prendere parte all'azione...Ma c'è una storia che secondo me è estremamente indicativa. Quando Extremities era in scena a New York, ho notato un anziano signore che continuava a venire a vedere lo spettacolo con 3, 4 a volte 5 donne. Queste spesso piangevano e gridavano durante lo show. Una sera, non resistendo alla mia curiosità, mi sono presentato e gli ho chiesto perché tornasse così spesso. Lui mi disse che era uno psichiatra e che quelle donne erano sue pazienti vittime di violenza sessuale. Lo spettacolo offriva loro una catarsi, una epurazione dalla prolungata e abominevole emozione dell'esperienza dello stupro, una liberazione che il tribunale e la terapia non concedevano. Confesso che la cosa mi sorprese, non pensavo che lo spettacolo potesse essere così importante per le donne.
Nel suo testo emerge il tema della violenza sia fisica che psicologica. Come è riuscito a costruire un disegno così profondo del panorama emotivo femminile?
In realtà ho scritto questo testo cercando di comprendere a fondo quello che lei ha chiamato il panorama emotivo femminile. Un aspetto del mio lavoro di scrittore è quello di mettere da parte il mio ego affinché la psiche dei miei personaggi possa essere altra rispetto alla mia. Scrivendo Extremities mi sono concesso di abitare la psiche femminile. Così facendo il testo mi ha cambiato. Adesso quando a New York cammino in una strada buia e vedo una donna che cammina davanti a me so a cosa sta pensando mentre gira leggermente la testa per darmi un'occhiata. Allora mi fermo e fingo di guardare un indirizzo o attraverso la strada per dimostrarle che non la sto seguendo. Si tratta di semplice rispetto.
Ho scritto il testo in un turbine di emozioni e in seguito ho voluto confermare o smentire parlando con i testimoni. Ho parlato con un avvocato famoso per essere un buon difensore di uomini accusati di violenza sessuale.
La nostra conversazione si è svolta più o meno così:
W.M. : Come difende un violentatore?
AVVOCATO: La cosa più importante è avere in giuria più donne possibile.
W.M.: Donne?
AVVOCATO: Quando un uomo siede nella giuria di un processo per stupro, nella vittima della violenza vede la sua ragazza, sua sorella, sua moglie e ciò fa emergere in lui il cavaliere che difende le donne: come membro della giuria supporterà la vittima. Mentre per una donna la paura di questo crimine è così forte che, in giuria, tenderà a fare molte domande sulla vittima: perché stava indossando quei vestiti, cosa ci faceva in tal posto alla tal ora, se era provocante con l'uomo... Nel nostro sistema giudiziario, quando hai un ragionevole dubbio non puoi condannare l'imputato.
W.M.: Come giustifica il fatto di lasciare un violentatore libero di violentare ancora?
AVVOCATO: Io faccio solo quello che la legge consente. Tutti hanno diritto ad essere difesi.
Dico con orgoglio che sul set del film Extremities i produttori mi hanno allontanato. E io ne sono fiero perché stavano cercando di fare un "bel film" sullo stupro, mentre io volevo che il film sondasse la profondità dell'anima femminile, tirando fuori paura e rabbia. Volevo scandagliare la coscienza di ogni uomo che ha ventilato l'idea dello stupro (e penso siano in molti...). Gli uomini hanno un problema con la lussuria. La natura vuole che l'uomo disperda il seme e quando questa potentissima urgenza si presenta, se l'uomo non ha una protezione che lo neutralizzi può arrivare a commettere un crimine. L'Antico Testamento è abbastanza onesto a proposito di ciò. Agli occhi di Dio Re David era un uomo perfetto, ma dopo tanti atti eroici cade nella lussuria e poi nell'omicidio. Abbiamo visto esempi della sindrome di Re David in tantissimi politici moderni. Bisogna avere compassione di loro perché hanno perso il buon senso seguendo un istinto caprino...
A volte il testosterone è un veleno per il cervello. Nella Divina Commedia, quando Dante attraversa l'ultima parte del Purgatorio, Virgilio gli dice che deve passare attraverso il fuoco purificatore. Dante non vuole. Quando Virgilio gli dice che Beatrice lo aspetta dall'altra parte delle fiamme Dante attraversa il fiume di fuoco. La lussuria non si cura con la sola ragione, ma con un amore più elevato. Speriamo che quegli uomini che non possono contare sulla forza spirituale fornita dalla religione, abbiano un più elevato amore per la giustizia.
In fondo Extremities è un testo politico perché crea una nuova giuria di uomini e donne per giudicare il prossimo caso di stupro.
In questo momento in Italia stiamo vivendo un'aspra polemica a proposito della posizione femminile nella società. Molte donne italiane si sentono offese dal comportamento di alcuni esponenti politici. Come è vista questa situazione dagli Stati Uniti?
Io penso che voi abbiate un Re David. Qualsiasi siano le sue virtù politiche, non rispettando una donna in parlamento, manca di rispetto a tutte le donne italiane, anche quelle che hanno votato per lui. Freud ha ragione, la relazione di un uomo con le donne dipende dalla relazione con la madre. Sarei molto curioso della sua relazione con la madre. Peccato non si renda conto di offrire ai giovani uomini il modello molto triste che tende a dividere il genere femminile in due parti: quelle che ci si porterebbe e quelle che non ci si porterebbe a letto. Noi non possiamo che aver compassione per un uomo privo di rispetto per la metà dell'umanità.
Nell' insegnare alle mie tre figlie ad essere forti e competenti cerco di educarle anche al rispetto della loro femminilità. Ma mentre credo nell'uguaglianza davanti alla legge, non penso che uomini e donne siano interscambiabili. Le femministe sbagliano quando si comportano come maschi. Quando una donna macho diventa l'immagine del femminismo, la posizione delle donne nella società soffre perchè una donna siffatta è completamente sgradevole. La femminilità ha il suo unico e particolarissimo potere.
Com'è il panorama culturale americano da dopo l'elezione di Barak Obama? È cambiato il modo in cui la politica si occupa della cultura?
Credo che un artista non dovrebbe avere niente a che fare con un governo, non importa quanto sia ben disposto verso le arti. Credo che un artista dovrebbe mantenere una visione "dall'alto" del mondo e della vita. Sì, Michelangelo fu ampiamente sponsorizzato dal papato, a cui piaceva un certo affresco della Cappella Sistina, ma quando l'affresco non raggiungeva lo standard qualitativo richiesto, l'artista doveva distruggerlo con un martello. L'artista deve rimanere il più libero membro della società. Recentemente in America, la NEA (Dotazione Nazionale per le Arti) ha proposto la politica di scegliere degli artisti a supporto dell'amministrazione Obama. Cosa c'è di diverso dalla vecchia Unione Sovietica che diceva ai poeti di scrivere una "Ode ad un trattore"? Io sono a favore di un teatro che, prendendo in prestito una frase da Nietzsche, dovrebbe "fare filosofia con un martello". Quando mi viene detto che dovrei prostrarmi ad un idolo, rispondo dicendo che vorrei testare l'idolo col martello, per verificare la sua forza. Credo in un teatro che faccia tremare i politici soltanto rivolgendo verso di loro lo sguardo. Dovrebbero avere paura di noi perché li denuderemo davanti al mondo. Dico questo, perché da esseri umani quali sono, tutti i politici sono potenziali tiranni, e devono essere tenuti sotto controllo dalle leggi di una nazione. E quando queste leggi falliscono, ecco che il compito spetta all'artista.
Cosa ne pensa della situazione culturale italiana? Come è percepita all'estero?
Dal mio punto di vista, la cultura italiana, antica e moderna, ha molto da insegnare al mondo intero. L'America è una nazione giovane. Per noi l'architettura più antica ha 200 anni. Un edificio vecchio di 200 anni, a Roma, è come se fosse stato costruito la settimana scorsa. Durante la mia esperienza formativa, Shakespeare è sempre stato preso come esempio, mai Dante. Ciò che ho appreso dalla cultura italiana, ho dovuto impararlo da solo. Una domanda d'obbligo: che cos'è che nell'anima italiana ha dato il via alla creazione di così tanti tesori di inestimabile valore che appartengono al mondo? Credo che trascorrerò il resto della mia vita a cercare una risposta. Parte della risposta potrebbe suggerire che l'arte dovrebbe far parte della vita quotidiana di ognuno.
News
-
Una giornata fatale del danzatore Gregorio Samsa
-
Roma in versi
-
Eugenio Barba e il suo teatro senza confini
-
È nato il nuovo canale Instagram della Fondazione Teatro di Roma!
-
Visita spettacolo al Teatro India
-
Teatro di Roma, nominato il nuovo Consiglio di Amministrazione
-
Il Teatro di Roma diventa Fondazione
-
Carta Giovani Nazionale
-
Art Bonus - Sostieni il tuo teatro!