Una mandria di zombi invade il foyer del Teatro India, fuoriuscita dal laboratori di Elvira Frosini e Daniele Timpano
La parola corretta è "mandria". Ce lo hanno spiegato in una delle serie tv più in voga del momento, The Walking Dead – che ha sancito il ritorno dell'horror e scalzato dal cuore degli appassionati del genere i vampiri (mostri eleganti, upperclass e forse un po' snob) per fare spazio agli zombi (putrescenti e sgraziati, in pratica il sottoproletariato dell'immaginario collettivo). "Mandria", come quella del bestiame, è un'orda di zombi famelici che si muovono in gruppo, claudicanti ma inarrestabili.
E proprio una mandria di zombi, oggi pomeriggio, hanno tagliato lo spazio del foyer dell'India, sotto lo sguardo divertito di chi stava lì a mangiare o parlare, per poi dirigersi verso la sala A, dove proseguiva il laboratorio di Daniele Timpano ed Elvira Frosini. Laboratorio sugli zombi, appunto. «Corpo morto» si intitola, non a caso – e il sottotitolo recita "seminario per attori non-risorti". Va detto preventivamente che Timpano riflette da parecchio sul tema del cadavere insepolto e si appassiona di zombi da ben prima che tornassero di moda. Diversi dei suoi vecchi spettacoli abbondano di cavarei parlanti (un Mussolini morto e trafugato, la mummia di Mazzini...), anche se fina ad ora non era ancora capitato di vederli semovento. Sarà questo l'approdo del suo prossimo lavoro? Di certo è questo il tema caldo della riflessione dei Frosini-Timpano.
Di certo di quegli spettacoli precedenti questa riflessione sul cadavere ambulate è un po' figlia. Lo testimonia il fatto, se non altro, che dal chiuso della sala teatrale l'orda di zombi – contravvendo ai dettami della filmografia doc sull'argomento – ritrova la favella e comincia a cantare in coro (per altro pure intonato) l'inno nazionale. Fratelli d'Italia, l'Italia s'è desta... Ah ecco: forse è quello il cadavere che s'è svegliato, l'Italia, desta e semovente sia pure in avanzato stato di decomposizione. Il nesso tra il corpo morto del "consumatore definitivo", lo zombi che tutto divora, e il nostro presente vivo eccolo là, materializzato nelle risate divertite di chi si trova a incrociare l'orda di zombi. Tutti sghignazzano o ridono apertamente, la scena è sorprendente ed esilarante a un tempo. L'unico a spaventarsi e a non capire la metafora – perché di certo non ha letto Marcuse né visto la pentalogia di Romero – è un cane, che abbaia allarmato dall'orda famelica. E come dargli torto?
[musica consigliata per la lettura: Thriller – Michael Jackson]
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