Per una sera sotto i riflettori al posto del teatro c'è lo sport. Non uno sport qualunque, ma quello che con il teatro condivide il gusto del palcoscenico: la boxe. Tony Clifton Circus coinvolge Perdutamente in una lezione di prepugilistica
L'appuntamento è alle 21.30 di mercoledì. In sala C. La sala prove dell'India, quella con il parquet, di cui tutti cantano le lodi nelle conversazioni che ho avuto in questi giorni: una sala ampia, lunga, che ha una luce particolare e un'atmosfera accogliente. Un'atmosfera che conserva anche la sera, quando il sole è ormai tramontato e dalle finestre – dove campeggia un cartello che intima di fare attenzione, che possono entrare i piccioni – non si vede che il buio. La sala C è un luogo ideale per fermarsi e pensare nella fase della creazione. Ma è anche un luogo ideale per l'azione.
Mercoledì è proprio l'azione al centro dell'appuntamento voluto dai Tony Clifton Circus. Azione pura, oltre il teatro; allenamento oltre il training. In una parola: sport. Due grossi sacchi neri penzolano dalle travi della sala, mentre un gruppo di gente (Nicola e Jacopo, ma anche Francesca Corona, Fabrizio Pallara, Francesca Macrì....) si cambiano i vestiti. Si mettono comodi, perché si comincia a correre. Mercoledì, da oggi, è una giornata dedicata alla "prepugilistica". Ovvero, l'allenamento propedeutico per i boxer, che scioglie tutti i muscoli del corpo, prepara all'azione. E richiede anche una bella preparazione fisica, a giudicare dalle facce ansanti e dagli sguardi divertiti, ma sempre meno tonici, di chi ha deciso di partecipare. Fa eccezione Elettra, che si allena da anni, e sembra a suo agio.
Ma che c'entra la boxe a India? Qual è il suo ruolo nel grande contenitore di Perdutamente? Certo, in tanti sembrano aver perso la forma fisica (compreso chi scrive), ma l'associazione è troppo semplicistica. Tutto parte da un'idea, ancora lotanta dall'arrivare ad una forma, di Tony Clifton Circus. L'idea, la voglia, di confrontarsi con l'agonismo della boxe. La suggestione che la danza del boxer possa trasformarsi in coreografia. Non è chiaro cosa c'entri tutto ciò con lo spirito corrosivo della clownerie di Jacopo e Nicola, ma l'idea dell'allenamento ha raccolto consensi. Anche il gruppo di "Art you lost" (uno dei progetti collettivi che animeranno India a dicembre) dovevano partecipare in blocco, ma un problema tecnico li ha tenuti al lavoro nelle loro case. L'assenza di un valido collegamento a Internet rende la residenza nel teatro ancora claudicante, ma da più parti si sussurra che presto arriverà una connessione. Una delle tante problematiche della convivenza in un posto perfetto per la creazione come è India, ma che fino ad ora non era mai stato utilizzato in tal senso. La Factory è in fondo il fantasma di una vocazione mancata, per questo teatro, che ha finalmente preso corpo. Una volta avviato il processo, però, bisogna confrontarsi con la pratica e la realtà.
Ma nella sala C, per una sera, non si pensa a questo. La palestra delle idee è diventata una palestra per il corpo, la gente corre, saltella, si sbraccia, lancia fendenti e upper-cut. Li dirige una insegnante della palestra popolare, aria tenace e lughi capelli biondi. C'è chi ansima, chi fa qualche battuta ad Antonio Tagliarini (e al sottoscritto) rimasti prudentemente dietro le cineprese. I volti si fanno rossi di sudore, ma pian piano anche in qualche modo più distesi.
[musica consigliata per la lettura: Il pugile sentimentale – Vladimir Vysotsky]
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