FABRIZIO
scritto e diretto da Manuel Capraro
con Antonello Azzarone
IL RINOCERONTE
di Eugène Ionesco
traduzione Giorgio Buridan
regia Irene Di Lelio
con Gabriele Abis, Antonello Azzarone, Giulia Carpaneto, Luca Mazzamurro, Lorenzo Tolusso
foto di scena Caterina Valletti
video di scena Alberto Brizioli
collaborazione alla scenografia Gilberto Cacciamani e Viviana Aleandri
grafica Silvia Formenti
ufficio stampa Giulia Taglienti
orari spettacolo
12 dicembre ore 21.00
13 dicembre ore 18.00
durata 2 ore e 20' senza intervallo
biglietti
intero € 12,00
ridotto studenti € 8,00
info e prenotazioni infoprogettodomino@gmail.com
produzione Gli Artimanti e Linee Libere
In collaborazione tra il Progetto DOMINO ed il Dipartimento di storia dell'arte e spettacolo
FABRIZIO scritto e diretto da Manuel Capraro Questo spettacolo è l’ultimo ballo, l’ultimo delirio, l’ultimo urlo di un giovane uomo che ha perso tutto, che è rimasto solo ed è stato rinnegato da un mondo che lo schiaccia, lo DOMINA e lo vomita, perché soddisfatto della propria ignoranza e del proprio egoismo. Lo stesso mondo in cui l’unica cosa che conta è il denaro, in cui i sentimenti, le emozioni, la musica, il movimento non sono concessi. FABRIZIO è la necessità di aggrapparsi a qualcosa di profondo ed eterno nel marasma di delusioni e sconfitte che oggi ci circonda. La scena è coperta di bidoni della spazzatura colorati. La sua immaginazione e le sue allucinazioni ci traghettano all’interno dei ricordi e ci fanno entrare nel Burlesque Club del suo grande amore, la star: Mirandolina. FABRIZIO è il grido di una generazione che non si arrende e che lotterà fino all’autodistruzione. Atto unico che si ispira e reinterpreta alcuni personaggi e tematiche de La Locandiera di C. Goldoni.
IL RINOCERONTE di Eugène Ionesco, diretto da Irene Di Lelio
Un’epidemia prende corpo. Lentamente si disegna dentro gli organi delle persone, modifica il loro Essere, la loro forma mostruosa di uomini. Esplodono le rivendicazioni di ansie e angosce che reprimono, che li schiacciano. Il rinoceronte, a discapito dell’uomo, è la novità, la bellezza, la soluzione ai problemi. Un Universo al contrario, dove vince l’istinto, la rivalsa, la superficialità di giudizio. Le relazioni diventano primordiali, senza coinvolgimento mentale, emotivo. L’inquietudine, la malinconia e la paura del senso del nostro esistere, è messa all’angolo, è annullata. La forza, l’arroganza, la voglia di schiacciare e DOMINARE gli altri, primeggia. Bèrenger è circondato dalle sue paure che lo ingoiano e lo risucchiano. Una realtà inventata, assurda è la metafora della mancanza di giudizio che pervade il nostro secolo. Come in un incubo, Bèrenger sceglie le maschere che i personaggi indosseranno per umiliarlo e poi schiacciarlo. Una grande allucinazione che lo ingloba dentro le sue paure esistenziali che prendono corpo e pulsano davanti ai suoi occhi.