documenti collegati
«Angels in America» messo in scena da Ferdinando Bruni ed Elio De Capitani
Oltre la storia di quattro agonie
di Franco Cordelli
Perduto sulla via Emilia, lontano da Modena, rimedio un passaggio e, in lieve affanno, conseguo il Teatro delle Passioni. Non è lo stato d'animo migliore per assistere a una maratona di quattro ore: Si avvicina il millennio, prima parte di Angels in America, messo in scena da Ferdinando Bruni ed Elio De capitani.
Il testo di Tony Kushner è del 1990 ed è del 2004 il film di Mike Nichols con Al Pacino. Cito il film di Nichols perché dalla prima scena De Capitani, nella parte dell'avvocato Roy Cohn, colui che 1952 spedì sulla sedia elettrica i coniugi Rosenberg, si diverte a gareggiare con Al Pacino, subito ponendo un problema: non solo chi sia più bravo, più gigionesco, più cattivo; ma che cosa sia la cosiddetta copia rispetto all'originale, e che cosa sia il teatro che nasce come teatro, diventa cinema, e torna a essere teatro. È un problema non incidentale. Riguarda la performance di De Capitani e, con essa, l'intero spettacolo, che si vuole rigorosamente teatrale (si svolge in un spazio vuoto) e, nell'uso di effetti speciali, vistosamente cinematografico. D'altra parte la commistione dei mezzi tecnici e degli stili - da quello della recitazione psicologico-naturalistica a quello barocco delle visioni, sogni nel caso degli uomini, tutti omosessuali, allucinazioni nel caso di Harper, l'eterna moglie americana, insoddisfatta e impasticcata - questa commistione è l'essenza sia formale che concettuale di Kushner. Nel senso della forma per Bruni e De Capitani è una pacchia, un vero tripudio: sono a casa loro, sembrano i committenti di un testo spasmodico e appassionato, poi finito al cinema e in televisione.
La faccenda è più complessa dal punto di vista tematico-ermeneutico. Il sottotitolo del dramma è «fantasia gay su temi nazionali». Rimuginando su titolo e sottotitolo si potrebbe dire che ciò a cui ho assistito è la storia di quattro agonie. Nel flusso seriale di un testo di O'Neill - ai pensieri dei personaggi che corrono paralleli alle parole dette, qui subentrano le visioni - agisce sotterranea un doppia simmetria.
Stanno morendo di Aids Prior, il buon Prior, e l'orrido Roy Cohn. Ma stanno morendo anche un tempo (un millennio) e un luogo (gli Stati Uniti). Il termine «fantasie» illustra questa peculiare apocalisse, questa rivelazione: ho parlato in modo generico di barocco, ma meglio dice Prior nell'ultima sua battuta quando dichiara che è «molto Steven Spielberg». A Tanto si è ridotto l'angelo di Giacobbe, l'unico che sia nominato nel testo! Con quest'angelo, cioè la malattia, se la vede un Giacobbe involontario, il seminato-inseminatore (di cattiva circolazione) Prior che, come ogni profeta, vive fuori dal tempo (il vero Giacobbe è Joe, il marito di Harper in lotta con la sua omosessualità).
Non con un angelo ma con un convitato di pietra-Ethel Rosenberg se la vede Roy, il corruttore di anime e corpi per il quale non c'era altra identità che quella pubblica, vale a dire il potere che ciascuno di noi detiene. Resta la parola «gay», gaiezza. E quanta gaiezza ha lasciato dietro di sé Prior, che s'era aperto alla vita? Quanta ne ha seminata Roy che da essa si è nascosto? Il frutto delle loro gaiezze era gaia scienza o volontà di potenza? Era l'entusiasmo di vivere di cui parla Kushner o era tristezza e violenza? Ogni atto d'amoire (sessuale) è un atto violento. Nella sodomia, come vediamo in scena, ciò si rende esplicito. Entusiasmo e malattia vanno insieme. Gli straordinari attori sono Ida Marinelli, Elena Russo Arman, Cristina Crippa, Cristian Maria Giammarini, Edoardo Ribatto, Fabrizio Matteini e Umberto Petranca.
News
-
Dalla maschera al volto
-
“L’eco der core” Roma com’era, Roma com’è nei testi e nelle canzoni di Roma
-
Visita spettacolo al Teatro India
-
Una giornata fatale del danzatore Gregorio Samsa
-
Roma in versi
-
È nato il nuovo canale Instagram della Fondazione Teatro di Roma!
-
Teatro di Roma, nominato il nuovo Consiglio di Amministrazione
-
Il Teatro di Roma diventa Fondazione
-
Carta Giovani Nazionale
-
Art Bonus - Sostieni il tuo teatro!