documenti collegati
regia Francesco Rosi
con Luca De Filippo, Gigi Savoia, Antonella Morea, Marco Manchisi, Carolina Rosi
e con Giovanni Allocca, Chiara De Crescenzo, Stefania Guida, Matteo Mauriello, Anna Moriello, Adriano Mottola, Giuseppe Rispoli, Matteo Salsano
scene Enrico Job
costumi Enrico Job e Cristiana Lafayette
Teatro di Roma - Elledieffe
RIPRESA
orari spettacolo
da mercoledì 26 a sabato 29 dicembre ore 21.00
domenica 30 dicembre ore 17.00
lunedì 31 dicembre ore 20.00
martedì 1 gennaio ore 17.00
mercoledì 2 gennaio ore 21.00
giovedì 3 gennaio riposo
venerdì 4 e sabato 5 gennaio ore 21.00
domenica 6 gennaio ore 17.00
Con la messa inscena di Le voci di dentro dopo Napoli Milionaria!, desidero proseguire, insieme a Francesco Rosi, il discorso teatrale sulla drammaturgia di Eduardo. Le due commedie, scritte a pochi anni di distanza (Napoli Milionaria! nel 1945 e Le voci di dentro nel 1948), segnano infatti il momento di passaggio da un Eduardo in cui è ancora viva la speranza nei grandi cambiamenti e nel recupero dei valori fondamentali,dopo il terribile dramma della guerra, ad un Eduardo in cui la disillusione ed il pessimismo prevalgono in misura crescente. È il momento in cui Eduardo passa dalla riflessione sulla società all’approfondimento spietato dei rapporti all’interno della famiglia, sempre più espressione di ipocrisia, tornaconto personale, cinismo e sempre meno di quei grandi ideali quali la fraternità, la solidarietà, la pietà, che avrebbero dovuto segnare il rinnovamento sociale ed individuale. (...)
Luca De Filippo
(…) Oggi, per noi che facciamo i conti con una cronaca quotidiana sempre più tormentata da violenze insopportabili, da crimini commessi in nome degli interessi più sordidi, il valore di profezia della commediadi Eduardo, definita dall’autore una “tarantella in tre atti”, la sua attualità, sono sconcertanti.
Alberto Saporito ha un incubo, forse una visione, che definirà un “sogno”: il delitto commesso da una famiglia di tranquilli borghesi, e non esita a denunciarli, tanto ci crede. Gli accusati, invece di proclamare ad alta voce tutti insieme la loro estraneità al delitto, sospettano che sia stato commesso da uno di loro e si accusano l’un l’altro, arrivando a progettare un delitto vero per coprirne uno solo immaginato.Situazione paradossale, commedia difficile proprio per questo suo muoversi tra realismo e surrealismo. (…)
Francesco Rosi