Giorgio Strehler e io
40 anni al Piccolo Teatro di Milano
Roma ricorda Giorgio Strehler a 20 anni dalla sua scomparsa
e omaggia i 70 anni del Piccolo Teatro di Milano - Teatro d'Europa
di Claudio Beccari
con Giancarlo Dettori
INFO
ingresso libero con prenotazione obbligatoria a community@teatrodiroma.net
Per quarant'anni Giancarlo Dettori ha lavorato con Giorgio Strehler al Piccolo Teatro, prendendo parte a spettacoli che hanno segnato la cultura italiana del '900. Oggi, a più di quindici anni dalla scomparsa del grande regista, Giancarlo ne ripercorre il cammino, testimoniando le tappe di un percorso strettamente intrecciato con la storia del nostro Paese: l'opera di rinnovamento del teatro che si rese necessaria nel dopoguerra, con la scelta di autori e testi completamente nuovi e con il radicale cambiamento richiesto agli attori, convinti a fatica a imparare la parte a memoria, rinunciando al suggeritore. L'idea fondante del Piccolo Teatro, concepito non come luogo di svago, ma come punto di incontro di un'intera comunità, luogo di riflessione e di discussione.
E, di conseguenza, la convinzione che il teatrante avesse una responsabilita "sociale" nei confronti dell'opinione pubblica.
Le amarezze degli ultimi anni, quando Strehler fu tra i primi a intuire che la cultura Italiana avrebbe attraversato un periodo molto difficile.
Il punto di vista, ovviamente, è quello del palcoscenico: dall'Arlecchino all'Opera da tre soldi, dalla Grande Magia al Campiello,
Giancarlo ci conduce a scoprire i segreti del metodo di lavoro di Strehler che, contrariamente a quanto si può pensare, non si basava
sull'imposizione di schemi preconcetti, ma puntava a stimolare la sensibilità dell'attore, liberandone la creatività.
Grazie al rapporto di amicizia nato nel corso degli anni, Dettori ci può parlare di Strehler anche su un piano più personale, con
divertenti episodi che ne illustrano la debordante, contraddittoria personalità. Sempre con quella cifra di intelligente ironia che contraddistingue lo stile di Giancarlo Dettori.
Il metodo di lavoro del grande regista visto dall’interno, raccontato attraverso i ricordi di uno dei suoi attori più fedeli: nelle nostre lunghe e divertenti chiacchierate, Giancarlo Dettori ha ripercorso tutta la sua esperienza con Giorgio Strehler, dall’emozionante audizione del 1957 fino all’ultimo spettacolo, I giganti della montagna; quarant’anni che hanno segnato pagine e pagine di storia del teatro e della cultura italiana del ‘900.
Di questa ricchissima narrazione ho cercato di isolare quelli che mi sono parsi i momenti più significativi per illustrare il lavoro di Strehler e li ho accostati a brani tratti dagli scritti del regista, quasi a scoprire le intenzioni teoriche da cui nasceva il lavoro di palcoscenico.
Un lavoro che non cercava di imporre uno schema preconcetto, ma offriva agli attori una massa di stimoli, di indicazioni
e di suggestioni che garantiva loro la possibilità di esprimersi liberamente, esaltandone la sensibilità. Grazie alla testimonianza di Giancarlo riusciamo a capire come la partecipazione creativa dell’attore fosse uno dei segreti di Strehler: quando parla dell’Arlecchino o del Campiello, del Coriolano o dell’Opera da tre Soldi, Giancarlo non sembra semplicemente uno degli interpreti di un magnifico concerto, ma uno di coloro che hanno contribuito a scriverne la partitura.
Altra mia attenzione è stata quella di restituire lo stile personale di Gian Carlo che, grazie all’ironia che lo contraddistingue, riesce sempre a raccontare queste vicende con un sorriso, quasi avesse fatto suo, nella vita, l’atteggiamento critico con cui Strehler richiedeva all’attore epico di guardare al personaggio.
In questi anni di lavoro con Giancarlo ho sempre pensato che fosse un privilegio quello di ascoltare i suoi racconti sulla sua vita professionale. Mi fa piacere aver dato un piccolo contributo perché questo privilegio possa essere condiviso.
Claudio Beccari
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