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Le Troiane. Cantata sulla barbarie
da Le Troiane di Euripide
regia di Carlo Quartucci
versione poetica di Edoardo Sanguineti
Carla Tatò la cantora
Giovanna Famulari il violoncello
gli spettatori: il coro silenzioso della polis contemporanea testimone della tragedia
immagine scenica da Jannis Kounellis
assistente Gianmarco Mecozzi
in scena la classe di arti sceniche contemporanee: Fulvio Barigelli, Alexander Bracci, Giordano Cianfaglione. Rossella Fava, Elisa Strabioli, Simona Verrusio.
Interventi videoartistici: Guglielmo Emmolo, lino Strangis
Riprese e social networking a cura del Centro Produzione Audiovisivi/Dipartimento Comunicazione e Spettacolo, Università degli Studi, Roma Tre (www.dicospe.uniroma3.it)
Produzione Teatr’Arteria in collaborazione con Università Roma Tre | Teatro di Roma | Associazione Kinema
orari spettacolo
ore 21.00
giovedì 28 giugno e domenica 1 luglio ore 19.00
Le Troiane. Cantata sulla barbarie è l'epopea rovesciata di una lingua del possibile, e della scena. Dalla traduzione di Edoardo Sanguineti la Cantata è un atto d'amore di Sueňa Quijano, è lingua dell'alterità, è voce barbara, è poesia della fine e musica del possibile.
“Voi o greci, dico a voi: perché uccidere un bimbo senza colpe? Greci, vostra è l’idea di ogni barbarie!”.
È il grido che Andromaca, barbara troiana, rivolge ai greci civilizzati distruttori e massacratori di una antica alta e nobile cultura, alla notizia che il suo bambino sarà scaraventato a capofitto dalle torri di Troia perché il figlio di Ettore “deve essere ucciso nel più crudo dei modi”.
È l’urlo di Carla Tatò che riecheggia nello spazio del Teatro India per narrare il dolore vibrante e il lamento che si scioglie in poesia delle vinte, le donne di Troia: un arco di peripezie sceniche della voce dal fiato sensibile al silenzio. Un lamento che, per voce di Euripide, interpella e provoca la nostra coscienza.
È memoria del tragico in corpo scenico di attrice e cantora degli eventi che evoca su di sé i personaggi incorporati dalla tragedia di Euripide: Poseidone, Taltibio, Ecuba, Cassandra, Andromaca.
La musica del violoncello di Giovanna Famulari forma in tenera comunanza con la cantora la cantata sulla barbarie.
Il silenzio del coro degli spettatori testimonia la tragedia.
La Cantata di Sueňa Quijano Ouverture, memoria del tragico in corpo scenico di attrice, è lo spettacolo presentato a maggio, a Bologna, nell'Aula Magna di Santa Lucia, per la rassegna Barbarie. I classici. XI edizione, nel vivo dei sessanta giorni di Sueňa Quijano work in progress.
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