Il canovaccio

Ne Gli Innamorati Immaginari Cinzio è innamorato di Angelica, giovane vedova innamorata a sua volta di Capitan Matamoros che ama però Isabella che è disperatamene innamorata di Cinzio. L'intreccio viene sciolto dall'intervento dei servi di Cinzio e del Capitano: Pulcinella e Arlecchino che, ostacolati da Pantalone e in lite amorosa per Felicetta, condurranno gli innamorati a formare due coppie "naturali".

Nel rispetto delle regole della Commedia dell'Arte Leonardo Petrillo ha diviso "Gli innamorati immaginari" in tre atti  ciascuno di nove scene in cui ogni attore ha al massimo tre entrate. Gli attori, sotto la direzione del regista, hanno lavorato sui canovacci di ogni singola scena: lo spettacolo, sarà la summa delle improvvisazioni sui canovacci e delle "tirate" come nella tradizione.

Mentre in altre nazioni attività culturali/storiche come alcuni tipi di danza, le marionette, il teatro nero, l'Opera, etc. hanno importanti sedi di riferimento e formazione, in Italia ciò non è mai avvenuto per la Commedia dell'Arte, a fronte di un riconoscimento culturale a livello mondiale. Il laboratorio istituito dal Teatro di Roma è dunque esperienza di grande importanza e questa operazione potrebbe risultare fondamentale per promuovere la Commedia dell'Arte come patrimonio immateriale dell'umanità da parte dell'Unesco.

Nello spettacolo si propone tutta la forza e la potenza di un genere che è stato capace di anticipare e dettare i tempi teatrali. Involontaria complice la censura francese, la Commedia dell'Arte ha  creato  il monologo (non essendoci contraddittorio ogni opinione è espressa in via personale); quando non fu permesso parlare la pantomima e il karaoke, lasciando che il pubblico cantasse su basi conosciute le battute dello spettacolo indicate su cartelloni; quando non si permise di vedere gli attori inventò il precursore del radiodramma con gli attori che recitavano dietro teli.

Gli Innamorati Immaginari sono dunque una rara occasione per incontrare le radici ancora vivissime di quello che è oggi il teatro e da cui il teatro mai potrà prescindere.