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CORSO POLONIA 13. Festival della Cultura Polacca a Roma
spettacolo del Teatr ZAR
drammaturgia musicale, installazione, direzione Jarosław Fret
progetto Guerre/Conflitti/Terrorismi
Lo spettacolo non ha traduzione perché è solamente di movimento musica e canzoni
performer/musicisti Davit Baroyan, Ditte Berkeley, Przemysław Błaszczak, Alessandro Curti
Jarosław Fret, Murat Içlinalça, Dengbej Kazo
Aram Kerovpyan, Vahan Kerovpyan, Kamila Klamut
Aleksandra Kotecka, Simona Sala, Orest Sharak
Mahsa Vahdat, Marjan Vahdat
Tomasz Wierzbowski
laboratorio permanente di canto modale diretto da Aram Kerovpyan
collaborazione vocale Virginia Pattie Kerovpyan
scenografia realizzata da un team diretto
da Piotr Jacyk
Maciej Mądry, Krzysztof Nawój, Paweł Nowak, Bartosz Radziszewski, Andrzej Walada
coordinazione del progetto
Magdalena Mądra, Joanna Gdowska
Produzione Teatr ZAR
in occasione di CORSO POLONIA 13. Festival della Cultura Polacca a Roma
in collaborazione con il Teatro di Roma
orario spettacolo
ore 21.00
durata 90 minuti senza intervallo
spettacolo vietato ai minori di anni 15
Lo spettacolo Armine, Sister fa riferimento al passato delle popolazioni armene stanziate in Anatolia e allo sterminio degli Armeni pianificato e compiuto all’inizio del XX secolo. Armine, Sister affronta la questione del “silenzio dell’Europa” e allo stesso tempo costituisce una riflessione sul tema della testimonianza e della sua trasmissione.
La realizzazione del progetto è avvenuta attraverso un lavoro svolto sia sul piano artistico che su quello della documentazione e ha comportato spedizioni di ricerca e studi sulla storia e la tradizione musicale armene, parallelamente alle sessioni di lavoro attoriale condotte presso il Jerzy Grotowski Institute di Breslavia (Polonia). Tra il 2010 ed il 2012 la compagnia si è recata ad Istanbul, in diverse città dell’Anatolia, a Erevan e a Gerusalemme, incontrando direttori e membri di gruppi corali e musicisti, alcuni dei quali sono stati poi invitati a partecipare alla preparazione dello spettacolo. Armeno nato a Istanbul, direttore di un coro armeno a Parigi, Aram Kerovpyan è divenuto un collaboratore chiave durante il lavoro di ricerca. In una prospettiva musicologica il progetto rimanda alla tradizione, specifica della cultura armena, del canto monodico, e al modo in cui esso si è preservato tra le comunità armene disseminate in tutto il mondo a seguito della diaspora legata al genocidio armeno del 1915.
Armine, Sister è un progetto dalle molte sfaccettature: comprende la preparazione e la messa in scena di uno spettacolo teatrale da rappresentarsi in Polonia e nel resto del mondo, una serie di pubblicazioni, tra cui un album fotografico, l’organizzazione di mostre, tavole rotonde e concerti dei musicisti che prendono parte al progetto. Il progetto è la prima realizzazione del nuovo ambito di attività del gruppo: WITNESS/ACTION. Il Teatr Zar collabora, tra l’altro, con l’Istituto Komitas di Londra, l’Ambasciata della Repubblica Armena in Polonia e associazioni armene sparse in tutto il mondo. Nel 2015 sono proposte le celebrazioni dell’Anno degli Armeni in Polonia e in ambito internazionale.
Nel caso di Armine, Sister la sensibilità poetica del Teatr Zar si è ampliata attraverso l’esplorazione del suo potenziale narrativo. In relazione a questo nuovo progetto si è formata una nuova costellazione di collaboratori, di cui fanno parte musicisti e maestri di canto provenienti dall’Iran, dall’Armenia, dall’Anatolia e da Istanbul. L’asse portante del lavoro sulla musica è rimasto quello della musica liturgica armena – dal canto monodico della Chiesa della SS. Trinità a Istanbul, passando per le composizioni di Makar Ekmalian e le collezioni di Komitas – integrata dalle tradizioni dell’Asia Minore, tra cui quelle persiane e curde. Dopo il primo ciclo di spedizioni di ricerca nel 2010, i membri del gruppo hanno costituito a Breslavia un laboratorio permanente di canto monodico, la cui attività dura tutto l’anno. Vale la pena di sottolineare che grazie ad Armine, Sister il canto modale armeno è stato portato in scena per la prima volta nella storia in una rappresentazione teatrale.
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