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dall'autobiografia di Vincenzo Rabito pubblicata da Giulio Einaudi Editore
adattamento, regia e impianto scenico Vincenzo Pirrotta
costumi Giuseppina Maurizi
musiche Luca Mauceri
movimenti coreografici Alessandra Luberti
luci Franco Buzzanca
con Vincenzo Pirrotta, Amalia Contarini, Marcello Montalto, Alessandro Romano,
Salvatore Lupo, Giovanni Parrinello, Mario Spolidoro
produzione Teatro Stabile di Catania
"Un bracciante siciliano si è chiuso a chiave nella sua stanza e ogni giorno, dal 1968 al 1975, senza dare spiegazioni a nessuno, ingaggiando una lotta contro il proprio semi-analfabetismo, ha digitato su una vecchia Olivetti la sua autobiografia. Ha scritto, una dopo l'altra, 1027 pagine a interlinea zero, senza lasciare un centimetro di margine superiore né inferiore né laterale, nel tentativo di raccontare tutta la sua "maletratata e molto travagliata e molto desprezata" vita. Imprevedibile, umanissimo e strepitosamente vitale, Terra matta ci racconta le peripezie, le furbizie e gli esasperati sotterfugi di chi ha dovuto lottare tutta la vita per affrancarsi dalla miseria;
per salvarsi la pelle, ragazzino, nel mattatoio della Prima e poi della Seconda guerra Mondiale; per garantirsi un futuro inseguendo (con "quella testa di antare affare solde all'Africa") il sogno fascista del grande impero coloniale in "uno miserabile deserto"; per arrabattarsi, in mezzo a "brecante e carabiniere", tra l'ipocrisia, la confusione e la fame del secondo dopoguerra; per tentare, a suo modo ("impriaco di nobilità"), la scalata sociale con un matrimonio combinato e godere, infine, del benessere degli anni Sessanta, la "bella ebica" capitata ai suoi figli... ritrovandosi poi sempre, o quasi sempre, "come la tartaruca, che stava arrevanto al traquardo e all'ultimo scalone cascavo"."
L'adattamento ha recuperato il testo originale, 1200 pagine senza punteggiatura con un ipertrofico uso del punto e virgola... Rabito ne era innamorato chissà cosa gli comunicava quel segno. Ho condotto un'operazione di editing al contrario, recuperando passi che nell'edizione Einaudi erano scomparsi.
Vincenzo Pirrotta
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terra matta