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di Samuel Beckett
regia Pierpaolo Sepe
drammaturga Francesca Manieri
scene Francesco Ghisu
costumi Annapaola Brancia d'Apricena
musiche Francesco Forni
luci Luigi Biondi
con Tommaso Bianco, Benedetto Casillo, Gigi De Luca, Franco Javarone
produzione Teatro Stabile di Napoli - Nuovo Teatro Nuovo
orari spettacolo
ore 20.30
domenica ore 18.00
Quattro importanti interpreti della scuola partenopea, Tommaso Bianco, Benedetto Casillo, Gigi De Luca, Franco Javarone, danno vita, in scena, ai personaggi dei testi di Samuel Beckett. Una scelta drammaturgica che attraversa trent'anni di scrittura di un autore fra i più espressivi del ‘900, che il regista affronta e mette in scena per indagare e approfondire l'evoluzione del suo linguaggio. L'allestimento si avvale delle scene di Francesco Ghisu, i costumi di Annapaola Brancia D'Apricena, le musiche di Francesco Forni, il disegno luci di Luigi Biondi e l'apporto della drammaturga Francesca Manieri. Le traduzioni sono di Carlo Fruttero, Franco Lucentini, Camillo Penati.
"L'attore napoletano - sottolinea Pierpaolo Sepe - porta con sé una dose di autentica drammaticità assieme ad una inestinguibile dose di ironia e di leggerezza, qualità essenziali per interpretare Beckett, e restituire, intatta, la sua poetica. Data la centralità del fallimento nell'opera beckettiana, appare, più che mai, aderente nel-l'affrontare l'arduo compito. Quello che si apprestano a inscenare è un meta-macro fallimento: il fallimento nell'opera beckettiana e la vocazione intrinsecamente fallimentare di ogni sua autentica messa in scena. Personaggi senza speranza e senza redenzione, privati della retorica del dolore, armati di cattiveria e rancore, colti nell'attimo che precede la risposta, ancora nell'atto di inseguire una possibilità di dignitosa sopravvivenza, un ordine, un senso misterioso. Mortificati pagliacci, traditi da un'incomprensibile esistenza, camminano in cerchio. Come figure della pittura di Bram Van Velde, capace di fallire in modo così prodigioso, mute a un ascolto indebolito dai nostri giorni grigi, nascondono il loro risplendere dietro contorni apparentemente confusi. Un cuore più attento, però, può arrivare ad ascoltare il canto feroce della dannazione, a scorgere le domande che non riusciamo a formulare e una luce lontana".
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