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DELTEATRO
Preme invece segnalare il lavoro di Veronica Cruciani, con quattro ottimi interpreti su un testo dell'esordiente (almeno per il teatro) romanziere Giorgio Scianna, La palestra. (...) nitida regia della Cruciani e la recitazione ipernaturalistica ma ficcante dei bravi Filippo Dini, Fulvio Pepe, Alvia Reale e Teresa Saponangelo.
Andrea Porcheddu
HYSTRIO
La banalità del male si annida in provincia, tra gli ottusi status symbol di una subcultura ricca, edonistica e annoiata(…)Veronica Cruciani, regista che negli anni ha sviluppato una sensibilità nient’affatto scontata per i temi sociali senza mai dimenticare la lezione della sua autrice di riferimento Elsa Morante, firma uno spettacolo di spiazzante precisione emotiva, complice la navigata bravura di un’eccezionale quartetto di attori.
Sara Chiappori
TEATRO E CRITICA
Fate incontrare un romanziere, Giorgio Scianna (Fai di te la notte, 2007 e Diciotto secondi prima dell'alba, 2010), con una tematica attualissima in tempi di sovraccarico sessuale come i nostri, fategliela pensare per il teatro. Fate sì che i personaggi si trovino a dover fuggire dalla mente dell'autore per agire sulla scena avendo dunque come strumento principale il dialogo, imponendosi così di vestire quegli abiti da dramma borghese che la storia del teatro cerca da più di mezzo secolo di riporre in naftalina.
Ora mettete tutto ciò nelle esperte e abili mani di Veronica Cruciani, "portatrice sana di tradizione orale", fatele scegliere tra i migliori attori che possiate trovare su piazza (Filippo Dini, Fulvio Pepe, Alvia Reale, Teresa Saponangelo). Datele la possibilità di abbandonare il luogo deputato al Teatro, proprio quella scatola nera dove il dramma borghese rinnova la propria finzione di sera in sera; potendo, la Cruciani sceglierà una palestra per questa sua nuova produzione (presentata a Inequilibrio 2011) un vero edificio scolastico fatto di panche, quadri svedesi, ostacoli, tappeti di gomma e palle mediche, facendo così coincidere lo spazio diegetico con quello scenico. L'esperimento mimetico è servito e con esso pure la dura realtà con cui siamo costretti a convivere tutti i giorni rimanendo attoniti davanti alle pagine di cronaca dei giornali (...)
Andrea Pocosgnich
OPINIONE
(...) Regia compatta e sapiente. La Cruciani ha messo insieme con sentimento e sensibilità un materiale complesso da comunicare, da restituire sulla scena. Ha scelto bene il luogo e la drammaturgia penetra con forza e con vigore negli spazi ampi e ‘angoscianti' di un luogo asettico come una palestra. Circola, grazie ai bravissimi interpreti Filippo Dini, Fulvio Pepe, Alvia Reale e Teresa Saponangelo, una tensione che aumenta col tempo; il tragico qui diventa denominatore di una messa in scena moderna che sconvolge e fa pensare; uno squarcio sulla nostra esistenza di tutti i giorni che il più delle volte preferiamo non registrare.
Alessandro Berdini
RICETTARIO TEATRALE
PREPARAZIONE
La cena sarà servita nella palestra di una scuola, apparecchiata su un grande tappeto, le sedie saranno tipiche panche da palestra. Cospargete il fondo dello spazio con la ginnasta, finché il profumo dei suoi movimenti non abbia dato un senso di tranquillità e sicurezza. Aggiungete un attore e un’attrice in abiti borghesi e lavorate i loro toni in un setaccio sopra le righe, lasciando filtrare il sospetto di una relazione. Tamponate il dialogo da soap opera con l’ingresso del secondo attore, teso e appuntito. Posizionate i tre a debita distanza, in modo che occorra alzare la voce per farsi sentire. In quegli spazi distribuite a pezzi quasi tutto il panetto di silenzio e versate generosamente lo sciroppo di borghesia fino a sentirne nettamente l’odore acre. Usate la rivelazione della seconda attrice e il filmato nel telefono cellulare per rompere il guscio dell’uovo e lasciate che il tuorlo di sangue scivoli nell’impasto. Sbattete i quattro attori fino a che lo sciroppo e il tuorlo non abbiano creato una crema acida su cui sbriciolerete il mazzo di corde vocali. Montate a neve mescolando sempre più velocemente fino a spezzare la frusta e creare nuovo sangue. Fate un passo indietro e attendete che l’impasto divenga solido. Prendete l’ultimo pezzo di silenzio e spalmatelo con il manico della frusta ancora insanguinato. Tappatevi le orecchie e fuggite. Ora invitate il pubblico a entrare (…)
Sergio Logatto