Teatro India, 6 | 10 maggio 2009
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Teatro Stabile dell’Umbria
in collaborazione con ZoeTeatro
con il sostegno di ETI – Progetto Nuove Creatività
e con il supporto di Armunia, Comune di Foligno, Comune di Trevi
scritto e diretto da Michele Bandini e Emiliano Pergolari
con Michele Bandini, Emiliano Pergolari, Claudio Bilotta orari spettacolo
ore 22.00
domenica ore 19.00
Tre figure, una scena sospesa, un gioco al massacro da un punto di vista dialettico, una decadenza incombente, l'utilizzo del dialetto come elemento scardinante. Un rimando ad un gioco amaro sul potere, sulla politica e sulla sua odierna e peculiare, componente paradossale.
Un nosocomio fatiscente del potere, una corte caduta in disgrazia, chiusa, muta, vuota, nella quale non si salva più nemmeno la rivoluzione. La chiave di lettura di una visione così desolata, però, non può che essere comica. Giocando sulle nefandezze di una corte annoiata, il comico si appropria della f orza tipica del branco, accerchia il problema, gli gira intorno, avanza ed indietreggia, colpisce. E’ un attacco feroce, quello che apparentemente si mostra come un gioco leggero.
L’idea di spettacolo nasce da mesi di letture e riflessioni sui testi degli autori del teatro dell’assurdo, Beckett in primis e, in particolare, i brevissimi e intensissimi atti unici. Altre suggestioni derivano anche dalla scoperta di alcuni lavori di Robert Pinget, esponente del Nouveau Roman francese e allievo dello stesso Beckett.
Il tipo di linguaggio che Zoe Teatro intende esplorare e sviluppare è un linguaggio immediato, diretto, giocato tra ferocia e comicità, lirismo e visionarietà. In questo senso diventa di grande interesse il rapporto con gli elementi sonori e musicali, già originalmente sviluppato nello spettacolo Metallo.
in collaborazione con ZoeTeatro
con il sostegno di ETI – Progetto Nuove Creatività
e con il supporto di Armunia, Comune di Foligno, Comune di Trevi
scritto e diretto da Michele Bandini e Emiliano Pergolari
con Michele Bandini, Emiliano Pergolari, Claudio Bilotta orari spettacolo
ore 22.00
domenica ore 19.00
Tre figure, una scena sospesa, un gioco al massacro da un punto di vista dialettico, una decadenza incombente, l'utilizzo del dialetto come elemento scardinante. Un rimando ad un gioco amaro sul potere, sulla politica e sulla sua odierna e peculiare, componente paradossale.
Un nosocomio fatiscente del potere, una corte caduta in disgrazia, chiusa, muta, vuota, nella quale non si salva più nemmeno la rivoluzione. La chiave di lettura di una visione così desolata, però, non può che essere comica. Giocando sulle nefandezze di una corte annoiata, il comico si appropria della f orza tipica del branco, accerchia il problema, gli gira intorno, avanza ed indietreggia, colpisce. E’ un attacco feroce, quello che apparentemente si mostra come un gioco leggero.
L’idea di spettacolo nasce da mesi di letture e riflessioni sui testi degli autori del teatro dell’assurdo, Beckett in primis e, in particolare, i brevissimi e intensissimi atti unici. Altre suggestioni derivano anche dalla scoperta di alcuni lavori di Robert Pinget, esponente del Nouveau Roman francese e allievo dello stesso Beckett.
Il tipo di linguaggio che Zoe Teatro intende esplorare e sviluppare è un linguaggio immediato, diretto, giocato tra ferocia e comicità, lirismo e visionarietà. In questo senso diventa di grande interesse il rapporto con gli elementi sonori e musicali, già originalmente sviluppato nello spettacolo Metallo.
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