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« A trenta anni dalla sua epica versione de Il Mahabharata di nove ore, Peter Brook ritorna al poema sacro indiano, « non per riportarlo in scena per ragioni nostalgiche, ma al contrario per creare, con uno spirito contemporaneo, un’opera estremamente essenziale e intensa che parla delle nostre inquietudini.
Se abbiamo deciso di riproporre questo lavoro adesso, è perché era necessario scoprire qualcosa di rilevante per noi oggi. Gli indiani affermano, e può suonare presuntuoso, che tutto è contenuto nel Mahabharata e se non è nel Mahabharata, allora non esiste.
Questo testo epico che risale a migliaia di anni fa è cresciuto negli anni, assimilando le idee universali e metafisiche più importanti insieme agli aspetti più semplici della quotidianità. Il poema descrive la guerra che lacera la famiglia dei Bharata, da una parte i cinque fratelli Pandava e dall’altro i loro cugini Kaurava, i cento figli del re cieco Dritarashtra. Saranno i Pandava a vincere alla fine, ma il poema cita “dieci milioni di cadaveri”, un numero impressionante per l’epoca. È una descrizione spaventosa, potrebbe essere l’Hiroshima o la Siria di oggi. Volevamo raccontare ciò che accade dopo la battaglia. Come farà il vecchio re cieco, che ha perduto tutti suoi figli e alleati, ad affrontare e a farsi carico delle loro responsabilità con il nipote vittorioso? Da entrambe le parti i capi affrontano un momento di profonda interrogazione: i vincenti affermano « la vittoria è una sconfitta », i perdenti ammettono «la guerra poteva essere evitata». Se non altro nel Mahabharata hanno la forza di porsi queste domande. Il nostro vero pubblico è Obama, Hollande, Putin e tutti i presidenti. La domanda è come vedono i loro avversari al giorno d’oggi e in questa epoca?
Quando si ascoltano le notizie non si può non provare indignazione, disgusto, rabbia. Ma, in teatro, si può vivere tutto questo ed uscire più sicuri di sé, più impavidi, pronti ad affrontare la vita.
Per me, il teatro è la possibilità di vivere, per una o due ore, in uno spazio raccolto insieme al pubblico, un’esperienza di condivisione per far sì così che ognuno esca arricchito dai propri pensieri. »