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Morte di un commesso viaggiatore

9 dicembre – 20 dicembre 2015

di Arthur Miller
regia Elio De Capitani

Lo spettacolo

Elio De Capitani firma una personale messinscena del capolavoro di Miller, il testo che racconta l’ultimo giorno di vita di Willy Loman, commesso viaggiatore pronto a tutto per vendere. Una storia personale che diventa collettiva, un classico degli anni Cinquanta che parla di noi e del nostro presente. «Ogni tanto, per capire a che punto siamo arrivati conviene spegnere le urla dai talk show e passare una sera a teatro», hanno scritto. «Bastano pochi minuti della versione di De Capitani per capire che in realtà siamo tutti diventati commessi viaggiatori, qualunque mestiere facciamo, qualunque mezzo di trasporto usiamo, l’auto o l’aereo o internet, siamo ruffianeschi e affabulanti venditori porta a porta di merci e in particolare di una: noi stessi». Nella scenografia mutevole di Carlo Sala, in un andare e venire fra realtà e sogno, De Capitani (Premio Hystrio all’interpretazione e Premio Flaiano) è un «Willy Loman commovente, bravissimo nel tenere il suo personaggio su di una corda tesa molto profonda e umanissima». Ma è l’intera compagnia a dare una splendida prova, con una recitazione sul filo di un vissuto tutto interiore

 

Arthur Miller –  (New York, 1915) raggiunse il successo internazionale con Morte di un commesso viaggiatore, debuttato nel 1949 per la regia di Elio Kazan. Di questo suo testo rivoluzionario, nella forma come nel contenuto che mette in discussione il “sogno americano”, l’autore ha scritto: «Costruito inizialmente sul ricordo di mio zio Manny, il personaggio di Willy Loman s’impadronì velocemente della mia immaginazione e divenne qualcosa che non era mai esistito prima: un commesso viaggiatore con i piedi sui gradini della metropolitana e la testa nelle stelle».

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