Vie de famille
29 maggio 2016
Un inventario di vita di famiglia tra sogno e realtà
Un inventario di vita di famiglia tra sogno e realtà
I sei musicisti riuniti che costituiscono l’Aleph Ensemble sono la famiglia di cui questo concerto descrive la vita, mettendo in scena i diversi caratteri così come le relazioni fra loro. Tutto è immaginario, naturalmente! Non si tratta di fare un ritratto reale dei musicisti: è una finzione, una “pièce teatrale”.
Ho chiesto a ciascun membro di questa “famiglia” di scegliere dei testi che avevano a cuore, sui quali potessi poi costruire i diversi personaggi e i loro rapporti, in ogni sorta di forme musicali possibili, dal solo al quintetto. Mi sono riservato i sestetti per gli interludi fondati su testi di mia scelta, che intervengono con regolarità, come delle foto di famiglia.
Non c’è uno stile musicale definito, ma piuttosto il risultato di una sonorità vissuta nel quotidiano che include canzoni, rumori, musica colta, parole, jazz ecc…
Abbiamo evitato il ricorso a scenografie ed accessori ingombranti per restare nella forma del concerto, lavorando moltissimo sul comportamento dei musicisti-attori, sulle qualità vocali e gestuali di ognuno di loro e sulla presenza abbondante di piccoli oggetti famigliari, misteriosi, musicali o inutili.
Jean-Pierre Drouet
Vie de Famille si articola per sequenze, frammenti, piccoli dettagli, come delle “foto sonore” ispirate a comportamenti che sembrano famigliari e, a prima vista, indolori.
Come un’anestesia che attraversa l’universo mentale dei membri di una famiglia, i brani tessono trame rassicuranti, come il susseguirsi delle stagioni quando si è bambini. Nulla lascia pensare che sotto quel velo sonoro che copre curve melodiche emergenti (come le coperture dei mobili di campagna) si nascondono drammi, tensioni, tragi-commedie. L’umorismo e la dolcezza di certe sequenze ci ingannano.
Ma all’improvviso, come usciti dall’ombra di un incontro furtivo, certi “gesti” musicali, si sviluppano e creano dei veri e propri personaggi … I loro comportamenti sonori, i loro recitativi sembrano a tratti strani, a tratti riconoscibili. Sembrano come mascherati. È la musica che fornisce loro questa maschera. All’inizio sembrano fragili, come creature di porcellana, privi di sentimenti. Ma basta un raggio di sole a farli rinascere e sotto quella maschera divenuta trasparente, si scoprono i tormenti, la sete di potere, l’odio. Solo la “tranquilla” vita di famiglia può scatenare tali sentimenti terribili.
Allora ci sono le crisi, dei veri e propri passaggi all’azione che la musica accompagna e alimenta in maniera distante ed ironica: colpi di follia che si manifestano attraverso esplosioni virtuose.
La tranquilla quotidianità sonora ingannevole dell’inizio si tinge del sangue delle battaglie che questi personaggi hanno rappresentato lungo tutta la durata dello spettacolo.
Programma
1 – Charmes (testo tradizionale rumeno: Charme pour le retour d’amour)
per voce, accordéon, clarinetto e violoncello.
2 – Assolo di violoncello
3 – Labé (Ô beaux yeux bruns … di Louise Labé 1555)
per fisarmonicista cantante
4 – Thérèse (estratto da Santa Teresa d’Avila)
per violoncellista e pianista recitanti
5 – Solo per voce (estratto da Rainer Maria Rilke)
6 – Lieux (estratto da Elogio dell’ombra di Junichiro Tanizaki)
per pianista recitante, voce, accordéon, clarinetto, violoncello et percussioni
7 – Assolo di clarinetto
8 – Heureux (estratto da Caisse di Christophe Tarkos)
per clarinettista basso et percussionnisti recitanti, voce e pianoforte
9 – En plein vide, assolo di percussioni (su un poesia di Ghérasim Lucas)
10 – Thèse (extrait de la thèse de Jean-Charles François: L’instrumentiste créateur)
per conferenziere, voce, clarinetto basso, violoncello, pianoforte et sintetizzatore
ore 21.00
durata 60 minuti senza intervallo
Monica Jordan, voce
Dominique Clément, clarinetto
Christophe Roy, violoncello
Anthony Millet, accordéon
Sylvie Drouin, pianoforte
Jean-Charles François, percussioni
Louis Clément, regia e luci
Céline Grangey, suono