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di Marco Lodoli
regia Oliviero Corbetta
con Giuliana Lojodice e Alessandro Lussiana
scene Daniela Vassallo
costumi Francesca Arcangeli
musiche Giorgio Li Calzi
assistente di scena Francesca Ravazzi
orari spettacolo
ore 21.00
giovedì ore 17.00
domenica ore 18.00
Produzione Il contato/Teatro Giacosa di Ivrea
Maria Salviati ha settantadue anni, un figlio, e un marito sparito nel nulla da piú di trent’anni. «La professoressa», cosí ancora la salutano i ragazzi che la incontrano per strada. Oggi Maria è una donna anziana, sola, e ossessionata dalla paura di dimenticare e allora non le resta che ripetere la sua vita a voce alta con le parole che resistono, come «una piccola poesia imparata a memoria », anche se ogni giorno se ne va una strofa, una rima.
Finché una mattina qualcuno bussa inaspettatamente alla sua porta. Gabriele è un agente immobiliare, con un sorriso timido e un ciuffo ribelle sulla fronte. Spunta dal nulla, per comunicarle che la vecchia casa in campagna ha trovato dei potenziali acquirenti. Senza pensarci troppo Maria prende la sua borsetta e lo segue, le visite sono poche e mai quelle giuste. Maria e Gabriele trascorrono intere giornate in attesa, su una panchina, e insieme ripercorrono la storia di quella vecchia casa in mattoni, perché «ogni casa è un labirinto e bisogna trovare la porta per uscire e rientrare». Cosí Maria racconta di Augusto, il giocoso e inconcludente mago Vapore, e l’amato figlio Pietro, sognatore e comunista. Maria avrebbe voluto proteggerli dalle loro piccole e grandi bugie, tenerli stretti dentro la lucidità del suo sguardo. Ma neanche l’amore può tanto.
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