La storia del Teatro Torlonia
Il Teatro Torlonia è una storia d’amore. Nel 1841 il principe Alessandro Torlonia per festeggiare le nozze con Teresa Colonna, commissiona all’architetto Quintiliano Raimondi la costruzione del Teatro. Ma non tutte le storie d’amore hanno un lieto fine: i lavori furono interrotti per la morte del principe nel 1848 e per la malattia della sua sposa. Il teatro venne così terminato nel 1874, la data è scolpita nel portico settentrionale e nell’arcoscenico. Questi sì, che sono anni felici per la famiglia Torlonia: si sposa la figlia Anna Maria e nasce il loro erede Giovanni.
L’architetto Raimondi immaginò il Teatro Torlonia come un teatro di corte, per questo motivo oltre alla grande sala a ferro di cavallo, Raimondi costruì due grandi spazi laterali che potevano essere utilizzati sia per ingrandire il palco – grazie a un sofistico marchingegno – sia come sale da ballo per le feste del principe.
Il progetto ambizioso, era ispirato allo stile eclettico. Nel Teatro Torlonia, infatti, convivono diversi stili: il corpo centrale con la maestosità dell’epoca classica, la parte meridionale con la serra in ferro e ghisa riprende lo stile nordico, le sale e gli appartamenti laterali sono decorate in stile gotico, moresco, greco-romano e rinascimentale. Tutte le decorazioni del Teatro sono opera di Costantino Brumidi, l’artista conosciuto negli Stati Uniti come il “Michelangelo D’America” dopo il suo affresco nel Campidoglio di Washington.
Nonostante il grande progetto architettonico e artistico, il palco del Teatro Torlonia fu calcato pochissime volte: si ha testimonianza solo dello spettacolo Il profilo di Agrippina organizzato da Giovanni Torlonia.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, il Teatro venne danneggiato dall’occupazione angloamericana. Anni di abbandono e incuria resero la struttura fatiscente.
Tutto il complesso di Villa Torlonia fu acquisito dal Comune di Roma nel 1978. I lavori di restauro e di adeguamento funzionale, diretti dall’Area Progettazione di Zètema Progetto Cultura, sotto il controllo e la supervisione scientifica della Sovrintendenza Capitolina, sono stati molto complessi. Ma la delicata ristrutturazione ha riacceso l’atmosfera eclettica originale di Quintiliano Raimondi, tanto che oggi il Teatro è soprannominato dai romani “il gioiello di Villa Torlonia”.