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Aiat Fayez e Ludovic Lagarde

Aiat Fayez

Nato nel 1979, Aiat Fayez studia filosofia a Parigi. Lascia la Francia nel 2010 e si stabilisce a Vienna, in Austria, dove si consacra alla scrittura.

I suoi tre romanzi sono pubblicati dall’editore P.O.L: Cycle des manières de mourir (2009), Terre vaine (2012) e Un autre (2014).

L’Arche pubblica la sua prima opera teatrale Les Corps étrangers nel 2011.

L’anno successivo Ludovic Lagarde presenterà una lettura scenica di tale testo durante il festival Reims Scènes d’Europe, con gli allievi dell’ensemble 20 dell’École Régionale d’Acteurs de Cannes.

France Culture decide di registrare e trasmettere le sue altre opere teatrali PerceptionsL’Éveil du printemps Naissance d’un pays. France Culture ha inoltre commissionato ad Aiat Fayez uno sceneggiato radiofonico sui clandestini, intitolato Angleterre, Angleterre, che sarà trasmesso per 5 giorni alla fine del 2015. La Baraque, la sua ultima opera, è stata pubblicata da L’Arche nel gennaio 2015.

Ludovic Lagarde

Quando l’Unione dei Teatri d’Europa ha lanciato il progetto TERRORisms nel 2013 tra Belgrado, Oslo, Stuttgart, Tel Aviv e Reims, mi sono subito rivolto all’autore Aiat Fayez per la stesura di un testo. Desideravamo continuare la nostra collaborazione iniziata con la regia del testo Les Corps étrangers, presentato alla Comédie de Reims nel dicembre 2012, con gli alunni dell’École Régionale d’Acteurs de Cannes.

Poiché il terrorismo è diventato una delle principali forme dei conflitti moderni, ci è sembrato necessario affrontarlo durante l’edizione 2015 del festival Reims Scènes d’Europe dedicato all’investigazione sulle guerre e gli scontri, presenti e passati, che interessano le nostre società contemporanee.

Rifiutando la strada del documentario e la via dell’emozione immediata nel suo lavoro di scrittura, Aiat Fayez ci propone una commedia fuori dagli schemi. Ricca di ellissi, La Baraque è scritta come una successione di vignette appena tratteggiate, dove nulla è mai appesantito.

Abbiamo iniziato la tournée lo scorso dicembre, e Aiat Fayez ci ha raggiunto subito dopo gli attentati di gennaio. La violenza inaudita del presente è tornata prepotentemente sotto i nostri occhi; abbiamo quindi cercato insieme il modo migliore per dare forma a questa opera e alle questioni che solleva. Come continuare a produrre opere di immaginazione e creare narrativa teatrale quando il mondo ci assedia tanto brutalmente? Come cercare la sana risata, in grado di ristabilire le giuste distanze? Abbiamo lasciato che a guidare il nostro lavoro fossero la bizzarra fantasia del testo e l’incredibile efficacia della sua meccanica comica.

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