Giunsero i terrestri su Marte
regia e ideazione Giacomo Bisordi
drammaturgia Pierfrancesco Franzoni e Giacomo Bisordi
testo a cura della compagnia
con (in o. a.) Giulia Heathfield Di Renzi, Gaia Rinaldi, Francesco Russo
“Giulia Heathfield Di Renzi, Gaia Rinaldi e Francesco Russo, nel corso di una missione interplanetaria su Marte, sono morti. Non se ne ha la conferma definitiva, ma allo stato attuale dei fatti le probabilità che ci siano sopravvissuti possono essere dichiarate nulle. Una conferenza stampa avrà luogo per fornire i dettagli della tragedia, che nulla toglie alla straordinaria impresa dei tre giovani astronauti…”
Così inizia il racconto di Giunsero i terrestri su Marte: con la misteriosa scomparsa dell’equipaggio di una spedizione sulla superficie marziana. Che cos’è accaduto sul pianeta rosso? Chi sono i marziani che i terrestri potrebbero aver incontrato? Qual è la ragione di questa iniziativa spaziale?
Da queste prime domande prende vita un nuovo frammento di quella mitologia che racconta Marte come potentissimo magnete per il desiderio umano di conoscenza: un mondo di cui finora nessun umano ha fatto esperienza diretta e che perciò esiste per noi soltanto come gomitolo di desideri, di sogni, paure e illusioni (personali e collettive). Marte è al tempo stesso il luogo della perdita – di affetti, d’identità, di senso – e una potente promessa di futuro.
Note di Regia
Per certi aspetti è una storia antica, su un terreno completamente nuovo: il desiderio umanissimo di esplorazione e conoscenza, e allo stesso tempo la sua piega non troppo velatamente predatoria.
Oggi, per alcuni pochi, andare su Marte rappresenta l’opportunità di garantirsi un’alternativa privilegiata in un momento in cui il nostro pianeta si dirige verso il collasso.
Così, Marte e la corsa allo spazio mi sembrano un bel territorio metaforico per immaginare una drammaturgia inedita, a metà strada tra un’operetta morale di Leopardi e un piccolo apologo sulla perdita.
Il punto di partenza è un’ucronia, una piega della storia ipotetica: subito dopo la guerra, Wernher von Braun, scienziato nazista poi a capo del progetto Apollo della NASA statunitense, oltre al piano per arrivare sulla luna, ne elaborò un altro per portare nel 1965 i terrestri su Marte. Ecco, noi abbiamo immaginato che quella missione sia effettivamente avvenuta e che in scena se ne veda il frammento finale.
Pensato per un cast di tre attori e attrici chiamati e chiamate a disegnare un volto umano in uno spazio di contraddizioni, Giunsero i terrestri su Marte pesca alcune immagini – la violenza delle spedizioni, la solitudine del viaggio, il collasso contemporaneo della Terra – dalle pagine più potenti della fantascienza classica (da Ray Bradbury a Ursula K. Le Guin), per una piccola performance sulla ricerca del senso di essere Terrestri – o Marziani.
Giacomo Bisordi
info e orari
ore 20.00
mercoledì 17 aprile ore 17.00
18 e 19 aprile ore 21.30
scene e costumi Marco Giusti e Alessandra Solimene
suono Dario Felli
video Igor Renzetti
assistente alla regia Paolo Costantini
Si ringrazia Ilaria Arnone per la consulenza circa Tian Wen.
Produzione Teatro di Roma – Teatro Nazionale
I PROTAGONISTI DELLA MISSIONE “MARTE 4”
Comandante Francesco Russo
Nato nel 1933. Dopo una laurea in fisica, un dottorato in astrofisica, e una borsa di ricerca in biofisica e cibernetica all’università di Roma, tra il 1962 e il 1964 ha lavorato al progetto italo-statunitense che ha messo in orbita il satellite San Marco 1. Wernher von Braun ha detto di lui: “Il Dottor Russo è il mio erede”. Una curiosità: la sua attitudine al comando e alla supremazia è stata plasmata in anni di estenuanti match a ping-pong, sport che innerva la famiglia Russo da generazioni.
Generale Giulia Heathfield Di Renzi
Nata nel 1937 in Australia, si è trasferita in Italia a 10 anni. Un’infanzia spesa a far feste nei parchi è stata spezzata dall’evidenza del suo genio tecnico: è divenuta l’enfant prodige dell’Aeronautica Militare Italiana per aver preso la licenza da pilota alla sorprendente età di 16 anni. Ha studiato a Milano ingegneria aerospaziale. Il suo rigore militare e il coraggio tipico di chi ha affrontato un coccodrillo a 7 anni la rendono pronta a tutto ciò che potrebbe incontrare su Marte.
Dottoressa Gaia Rinaldi
Nata nel 1937, si è laureata summa cum laude in telecomunicazioni all’università di Genova con la sorprendente tesi “Dal missile V2 al razzo Saturn V: controversie di una narrazione in costante mutamento” e in seguito è stata stagista al CNR. Sta lavorando a un reportage sui costi psichici di volare nello spazio e alla noia intrinseca all’addestramento degli astronauti. Ha tradotto in italiano Tian Wen, antico poema cosmogonico cinese. Se non facesse l’astronauta civile, farebbe la cantautrice.