Il Testimone
Giovedì 3 novembre il Teatro Argentina diventa palcoscenico per
IL TESTIMONE
Una storia vera di trattativa Stato-mafia
di Mario Almerighi e Fabrizio Coniglio
diretto e interpretato da Bebo Storti e Fabrizio Coniglio
Produzione Tangram Teatro Torino
INCONTRO A FINE SPETTACOLO
interventi di Mario Almerighi, giudice, ex presidente del tribunale di Civitavecchia
protagonista della storia e amico di Giacomo Ciaccio Montalto, e Alfredo Borrelli, responsabile di Libera su Roma, associazione contro tutte le mafie, figlio di Francesco Borrelli, assassinato in piazza a Cutro, in Calabria, nel gennaio del 1982.
Dalla morte del padre, Alfredo si impegna per smuovere le coscienze affinché vicende del genere non si ripetano più.
Il 3 novembre (ore 21) il Teatro Argentina ritorna “civile” con Bebo Storti e Fabrizio Coniglio che portano in scena Il Testimone, omaggio poetico alla figura del magistrato Giacomo Ciccio Montalto, ucciso dalla mafia siciliana a Erice (Trapani) nel 1983 per le sue indagini sulla criminalità organizzata e i traffici di eroina nel Trapanese.
Lo spettacolo, scritto da Mario Almerighi e dallo stesso Fabrizio Coniglio, ripercorre un simbolico viaggio in barca da Civitavecchia a Trapani, attraverso il quale i due protagonisti, Giacomo Ciccio Montalto e lo stesso Mario Almerighi, rievocano i tempi in cui il magistrato operava con eroismo e dedizione per la causa della giustizia e della legalità, in una terra difficile e complessa, bella e disperata. Un viaggio lontano eppure tremendamente attuale, che unisce elementi tragici, grotteschi e comici. Si delinea così un ritratto di Giacomo Montaldo estremamente personale, denso di affetto e rimpianto, un affresco delicato da cui emerge una figura umanissima, pervasa da dolci spiriti poetici e da un profondo senso dello stato, che mai come oggi va ricordato e mostrato soprattutto alle nuove generazioni. Un pezzo di storia contemporanea, tratteggiata seguendo oggettivamente i fatti che si verificarono prima e dopo l’assassinio per raccontare un uomo colto, appassionato di letteratura e di musica, amante della libertà, innamorato del mare, un magistrato animato da una grande insofferenza per l’ingiustizia e un profondo amore per chi la subisce.
«Il Testimone non è uno spettacolo narrativo, bensì la rappresentazione di un caso molto delicato in quanto Almerighi, è l’unico in Italia ad aver vinto una causa con Giulio Andreotti – racconta Fabrizio Coniglio – Non è uno spettacolo contro Giulio Andreotti, ma una storia di amicizia riscattata con la sentenza del processo vinto dal giudice che apre scenari inquietanti sul rapporto tra le istituzioni e il potere mafioso nel nostro paese. Ancora una volta non sarà uno spettacolo narrativo, ma in scena rappresenteremo un viaggio in barca, in cui i due protagonisti partono da Civitavecchia per arrivare a Trapani, luogo dove viveva Giacomo Ciaccio Montalto omaggiandolo col loro viaggio, come se la giustizia avesse fatto il suo corso». Giacomo Ciaccio Montalto è il primo magistrato che si impegna con grande professionalità contro la mafia del trapanese, legata a filo doppio con quella americana. Ha un amico lontano che vive a Roma, il giudice di nome Mario Almerighi, a cui confida le proprie paure e indagini: la mafia ha anche contatti dentro al Tribunale di Trapani. Il 25 gennaio del 1983 Ciaccio Montalto viene barbaramente assassinato mentre da solo sta per scendere dalla sua auto, davanti a casa sua a Val D’Erice. Nel 1993 Andreotti è messo sotto processo per concorso esterno in associazione mafiosa. Venti anni dopo la sua morte, Mario Almerighi decide di testimoniare su quanto a sua conoscenza al Processo Andreotti.
Il Testimone è una storia di amicizia, tra passioni, letteratura, confidenze, timori, un percorso nei meandri complessi della giustizia. I faldoni di documenti appesi sono pesci da osservare sott’acqua, il mare e il suo silenzio sono la bellezza che si oppone al silenzio dell’omertà e l’amicizia dura ancora oggi, nella trasmissione della memoria. Un connubio di dramma e commedia per indignarsi, riflettere e soprattutto non dimenticare. Le incursioni di Bebo Storti colorano il tutto con un tocco di grottesca comicità e toni da commedia.