La belle joyeuse
Teatro India, 12 – 17 gennaio 2016
Dal 12 al 17 gennaio Anna Bonaiuto porta in scena al Teatro India LA BELLE JOYEUSE, un monologo su Cristina Trivulzio principessa di Belgiojoso, scritto e diretto da Gianfranco Fiore
Dal 12 al 17 gennaio al Teatro India
Anna Bonaiuto è
LA BELLE JOYEUSE
Cristina Trivulzio Principessa di Belgioioso
scritto e diretto da Gianfranco Fiore
scene Sergio Tramonti – costumi Sandra Cardini – luci Pasquale Mari
Produzione PAV un progetto realizzato in collaborazione con CADMO
Dal 12 al 17 gennaio Anna Bonaiuto porta in scena al Teatro India LA BELLE JOYEUSE, un monologo su Cristina Trivulzio principessa di Belgiojoso, scritto e diretto da Gianfranco Fiore.
Figlia del Rinascimento e dell’Illuminismo, Musa del Romanticismo, voce dissonante, aspra, appassionata, a tratti necessaria e illuminante anche per i nostri giorni, Cristina di Belgioioso trovò principalmente nell’arte della seduzione la forza di attraversare da protagonista il Risorgimento italiano. Donna dalle mille sfaccettature, è stata definita in modo sprezzante o entusiasta: “Sanguinaria assassina” per il governo austriaco, “sfacciata meretrice” per papa Pio IX, “Bellezza affamata di verità” per Heine, “Prima donna d’Italia” per Cattaneo. Il monologo ricorda la sua vita e svela almeno in parte il suo vero volto, tenacemente nascosto dietro innumerevoli maschere, restituendo così Cristina di Belgioioso non al suo tempo, ma al nostro. E Anna Bonaiuto, sola in scena, accompagna il pubblico alla scoperta di un personaggio affascinante, impetuoso, protagonista indiscussa della nostra storia rivoluzionaria.
“Lo spettacolo rivela come proprio in tutte queste maschere sta la sua verità – annota il regista Gianfranco Fiore – perché ciascuna è stata vissuta, incarnata in modo così estremo, generoso e totale, da divenire parte di un unico volto di donna problematica, contraddittoria, egocentrica. Nessun intento agiografico, nessuna preoccupazione di risarcimento storico alla sua figura dimenticata (basterebbero poche sue frasi, pochi suoi scritti a riconsegnarla alla nostra più scottante attualità) solo un flusso di frammenti di ricordi, di visioni, di emozioni, nostalgie, frustrazioni, filtrati dalla tenerezza, l’ironia, e l’orgoglio di una Primadonna che al termine di una vita vissuta sotto il segno del coraggio, teme ora solo l’ultimo nemico: l’oblio, una morte più orribile della morte… Cercheremo di dare un profilo vivo, reale, alla donna che Balzac definì “più impenetrabile della Gioconda.” Da damina di salotto a eroina guerriera, Cristina di Belgioioso interpretò tutti i ruoli possibili nella società dell’epoca, e sempre da autentica attrice con distacco critico, spesso ironico, e come ogni vera protagonista, lacerata da pulsioni diverse; frenetica, onnipresente attivista fiduciosa in un futuro più libero, e insieme preda di profonde inquietudini personali, di senso di inutilità, di sconfitta. Così la definizione di “comedienne” affibbiatole per disprezzo dai suoi denigratori riacquista oggi in lei tutta la sua profondità e il suo splendore. Seduttiva e opportunista con i geni e i potenti, impudente e sarcastica con le massime autorità della Chiesa, dolce e materna coi ragazzini del suo falansterio, dura con le debolezza dei patrioti, enfatica e trascinante nelle adunate popolari, Cristina di Belgioioso sembra aver vissuto da eroina dei più diversi generi letterari, dal feuilleton al romanzo d’avventura, dall’epopea alla tragedia, nascondendo costantemente la sua vera natura.
Lo spettacolo apre il Segmento di Stagione La scena alle donne, protagoniste assolute come autrici, interpreti, registe, soggetti: Veronika Voss di Fassbinder, dallo schermo al palcoscenico, grazie ad Antonio Latella; le 11 operaie capeggiate da Ottavia Piccolo in 7 minuti di Stefano Massini, per la regia di Alessandro Gassmann; Francesca Comencini dirige 6 interpreti per 6 storie al femminile per ridare vita ai 335 uomini sacrificati alle Ardeatine; il premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi è interpretato da Ermanna Montanari; mentre la grande Giulia Lazzarini (protagonista di Mia madre di Nanni Moretti) è Rita Levi-Montalcini; Nicoletta Braschi è la Winnie di Giorni felici; Lucrezia Lante della Rovere si appropria della vita sregolata di Misia Sert; Elena Bucci, Marta Galli, Marta Gilmore si misurano con una faccenda da uomini, la Guerra; Federica Fracassi è la moglie di Goebbels; Mascia Musy è Nora di Casa di bambola, diretta da Emanuela Giordano; Maria Paiato e Arianna Scommegna sono Due donne che ballano, condotte da Veronica Cruciani. Su tutte aleggia, in un modo o nell’altro, e con diverse sfumature, la “febbre” di vita di Sarah Kane (Crave, per la regia di Pierpaolo Sepe).