Vai al contenuto

La stampa

“Sono i numeri, con la forza della cruda verità, a chiudere come in un cerchio di infallibile presa il fiume di parole, ricordi, emozioni, di sussurri e grida che scorre inesorabile lungo i ‘Colloqui con la Cattiva Dea’, il monologo (ma forse parlare di vero e proprio ‘melologo’ non sarebbe sbagliato) con cui per Ravenna Festival Elena Bucci insieme a Simone Zanchini ha reso omaggio alle ‘piccole storie della Grande Guerra’. (…) Invettiva, paura, spavaldo e borioso coraggio, ragionevoli incertezze: Elena Bucci ‘intona’ il testo scavando nell’emozione, mentre la fisarmonica di Zanchini inanella suoni e ritmi e melodie che sono l’anima stesse delle parole e dei luoghi evocati: l’accordo è perfetto, onomatopeico. E dietro le voci par di scorgere i volti di quelli che c’erano. Voci che sembrano non sentirsi l’un l’altra, ma che restituiscono quel mosaico di umanità che già caduta nell’abisso si stringe alla propria incredulità – che sia questo il vero potere della Cattiva Dea?”

Corriere Romagna, Susanna Venturi, 24 giugno 2014

Elena Bucci incede nel buio del palco come un’antica dea che non trova requie. Attorno a lei il mondo sembra dissolversi in un cupo elenco di morti e feriti della Prima guerra mondiale. (…) Un canto fatto di piccole storie familiari e locali, costruito su un meticoloso lavoro attraverso saggi storici, raccolte di lettere, diari, fotografie
e documenti, ma soprattutto voci, sguardi, pensieri ed emozioni di chi è finito ‘al macello’ senza saperne il
perché. (…) Bucci ascolta le voci delle donne che anticipano la catastrofe, osserva le crocerossine costrette
a sorridere davanti ai moribondi, insegue le contadine che rivendicano la propria terra, rivela la crudeltà del
potere militare e politico che considera bugiardi gli ‘scemi di guerra’ e disertori i soldati che non parlano neppure la stessa lingua.

Chiara Pavan, Il Gazzettino

Lo spettacolo

Iscriviti alla newsletter