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Le parole di Rita

Dal 27 al 31 gennaio al Teatro India la scena si apre alle donne e ai temi della scienza con LE PAROLE DI RITA, un omaggio a Rita Levi-Montalcini che Giulia Lazzarini interpreta per restituire in racconto teatrale la “figura luminosa” del Premio Nobel per la medicina, la sua trascinante vitalità e la grande versatilità di scienziata.

Dal 27 al 31 gennaio al Teatro India

LE PAROLE DI RITA

Racconto teatrale per voce, immagini e musica.

Dalle lettere e dalla vita di Rita Levi-Montalcini

con Giulia Lazzarini

regia e installazione scenica Valeria Patera

testo Andrea Grignolio e Valeria Patera

video Valeria Spera

Produzione Centro Culturale Mobilità delle Arti e TIMOS Teatro Eventi Associazione

Scritto da Andrea Grignolio e Valeria Patera, che ne cura anche al regia l’installazione scenica, lo spettacolo è un viaggio affascinante tra vita privata e scienza, opera, segreti, ricordi e aneddoti di una un’icona internazionale stigmatizzata da uno stile inconfondibile, che l’indefesso impegno e il rigore professionale hanno coniugato con l’allegria, l’umorismo e la prontezza di spirito di una delle protagoniste femminili della nostra Storia. Un “racconto teatrale per voce, immagini e musica” che nasce dalla palpitante umanità ed energica giovinezza che anima i suoi scritti, per un incontro con questa straordinaria figura attraverso la voce e la presenza di Giulia Lazzarini, che la scorsa stagione abbiamo ammirato nel film di Nanni Moretti Mia Madre e per la cui interpretazione ha ricevuto il Donatello D’Oro. L’attrice dà voce a passaggi dall’autobiografia della Levi-Montalcini, appunti di ricerca, a una scelta di lettere scritte dall’America alla madre e all’amatissima sorella Paola, per intrecciarsi con il racconto di suoni e immagini attraverso una struttura di videoclips a ricostruire un possibile mondo mentale e l’immaginario artistico della scienziata.

Le parole di Rita si muovono con il tempo del ricordo, “avanti e indietro”, ripescando emozioni, pensieri, pennellate di sottile ironia e profondissime riflessioni sulla vita, contrappuntate dai flash delle opere dei suoi pittori preferiti, i volti e i suoi ricordi personali e famigliari, le esclusive immagini al microscopio filmate su pellicola con Giuseppe Levi e il riemergere dei paesaggi musicali a lei preferiti: le meravigliose architetture sonore di Bach, la potenza di Beethoven, la grazia di Mozart e ancora le sue ossessioni infantili, l’angoscia della guerra e i palpiti di una giovane donna che decide il suo destino in un’epoca storica in cui questa libertà non era affatto  ovvia.

Lo spettacolo si inserisce nel progetto La scena alle donne, protagoniste assolute come autrici, interpreti, registe, soggetti: Veronika Voss di Fassbinder, dallo schermo al palcoscenico, grazie ad Antonio Latella; le 11 operaie capeggiate da Ottavia Piccolo in 7 minuti di Stefano Massini, per la regia di Alessandro Gassmann; Francesca Comencini dirige 6 interpreti per 6 storie al femminile per ridare vita ai 335 uomini sacrificati alle Ardeatine; il premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi è interpretato da Ermanna Montanari; Nicoletta Braschi è la Winnie di Giorni felici; Lucrezia Lante della Rovere si appropria della vita sregolata di Misia Sert; Elena Bucci, Marta Galli, Marta Gilmore si misurano con una faccenda da uomini, la Guerra; Federica Fracassi è la moglie di Goebbels; Mascia Musy è Nora di Casa di bambola, diretta da Emanuela Giordano; Maria Paiato e Arianna Scommegna sono Due donne che ballano, condotte da Veronica Cruciani. Su tutte aleggia, in un modo o nell’altro, e con diverse sfumature, la “febbre” di vita di Sarah Kane (Crave, per la regia di Pierpaolo Sepe).

Lo spettacolo

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