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Ore 21.
Tramonto a Roma.
Sala B del Teatro India. La scena, vuota. Un tavolo. Sedie. Cappotti appesi alle mura laterali. Donna con benda. Corpi d’attori seduti in platea. Donna con violoncello in prima fila.
Musica.
Spazio esteso.
Teatro esposto.
Il teatro India è Troia. Le mura di Troia distrutta. La guerra e le fiamme. L’incendio della città è il teatro India in fiamme. Luce. Fiamme. Lo spazio e il canto. Gesti dall’edificio scenico. Spazio chiuso, spazio aperto, spazio in fiamme.
Catastrofe e rinascita.
Tra la catastrofe e la rinascita, una donna con benda.
La classe scenica si muove. Fiamme di luce che si agitano, parlano. Prologo del progetto. Progetto scenico. Progetto in movimento. Frammenti di voce troiane. Andromaca con la benda. Voce di Poseidone.
La linea della cantata. Segnata. Il confine del teatro, della scena. L’inizio e la fine. La cantata di una fine e la voce di un nuovo inizio. La linea dritta, il confine tra l’inizio e la fine. L’acrobata sospeso sulla linea. L’attore. Il rischio.
Le troiane.
Voce barbara.
Troia brucia.
Il teatro India chiude, per riaprire.
Sueňa Quijano continua nel 2013...
Sueňa Quijano Ouverture è contemporaneamente una fine – 2011/2012 – e un inizio – 2012/2013. Una uscita di scena e l'entrata di un nuovo personaggio nel dramma. Sueňa Quijano Ouverture è un attore che entra in scena mentre un altro sta uscendo. La rifrazione di quel momento, e il riflesso di due cartografie che si incontrano – che si parlano. Sueňa Quijano Ouverture è la coreografia scenica dal vivo di un incontro concettuale. L'esplosione di una dialettica, nel vivo del suo farsi teatro in vita scenica. Sueňa Quijano Ouverture è la coordinazione drammaturgica di un acrobata sul filo. La perfezione dei suoi movimenti, l'equilibrio e il rischio. Sueňa Quijano Ouverture è la tensione muscolare di quell'acrobata, il pericolo, il volo. Il sogno. Un doppio sogno?... |