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Industria indipendente
Erika Z.Galli e Martina Ruggeri si incontrano nel 2005 e danno vita al progetto Industria Indipendente, collettivo di ricerca dedito alle arti performative e visive. Il loro processo artistico attraversa linguaggi e pratiche differenti, in una ricerca ininterrotta di affinità, sensibilità epidermica e sguardo.
Il teatro è il primo luogo in cui danno forma alla propria pratica, come autrici e registe. Tra i loro spettacoli e drammaturgie: È tutta colpa delle madri (2014), Supernova (2014-premio Hystrio), I ragazzi del Cavalcavia (2015), Ho tanti affanni in petto (2015), Lucifer (2017), Aminta (2017-regia Brinchi-Spanò), Lullaby (2019), tradotti in diverse lingue.
Insieme al teatro, portano avanti un processo di ricerca legato alla performing art e all’arte visiva, creando ambienti performativi e formati ibridi, tra cui: Dunno_analoghìa superpower (2018), Attika (2019 e in corso) e Merende. I loro lavori si concentrano nell’articolare alcune questioni: il rapporto tra essere umano e natura, la dimensione del tempo “improduttivo”, la costruzione di mondi alternativi e finzionali in cui costruire comunità e alleanze, il continuo rovesciarsi e ricrearsi di identità individuali e collettive. Nelle loro diverse forme di manifestazione, prendono parte a festival internazionali come Romaeuropa Festival (Roma), Tramedautore (Milano), Short Theatre (Roma), Tropici (Roma), Inequilibrio (Castiglioncello), Actoral (Marsiglia), Matera città aperta.
Per Oceano Indiano, Industria Indipendente curerà il progetto Kamera speculativa, ambiente performativo aperto al pubblico e cangiante in cui “speculare” su oggetti-questione insieme a performer, artiste/i, studiose/i, ecc. che fornirà materiale e linfa vitale per la loro prossima produzione Klub Taiga.
KLUB TAIGA è un luogo nascosto e scuro, all’interno del quale vive e cresce un organismo pluripensante e agente, il luogo dell’incensurabile perché al suo interno esiste tutto ciò che sfugge alle maglie del visibile. Esistono due storie, due genealogie: una ufficiale, imposta, accettata; l’altra sotterranea, il tutto-ciò-che-avrebbe-potuto-essere e non è, o che è a nostra insaputa. È questa seconda che andiamo fondando nel KLUB TAIGA, fuori dalla parentesi della denaturalizzazione, promulgando un ordine fatto di alleanze, scelte, simbiosi, analogie, desideri e trasmissioni di pensiero.
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