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IL PURGATORIO – Il perdono

23 maggio 2021 - ore 11

in streaming qui

Conduzione di PAOLO DI PAOLO

con interventi sui lasciti della lingua di Dante

“Dante è stato un grande creatore, oltre che di immagini, di parole, a cominciare da quel verbo – intuarsi – che compare in un canto del Paradiso. Ma come hanno notato molti linguisti, la vitalità della Commedia affiora anche nei modi di dire. In ogni incontro, uno spazio sarà dedicato a questa straordinaria eredità linguistica, che ci porta a confermare, a settecento anni dalla morte di Dante, che parliamo la sua lingua. Non è un’iperbole, come ripeteva Tullio De Mauro, “è un fatto”.

FILIPPO LA PORTA

Centralità del perdono nel Purgatorio
“Amore e giustizia congiunti ma tra loro in una tensione irrisolta, all’interno dell’opera dantesca, con particolare riferimento alla cantica più vicina al Vangelo.
A partire dalla canzone dell’esilio “Tre donne intorno al cor mi son venute” si pone la questione del rapporto tra giustizia e amore, e si definisce “savio” l’uomo capace di perdonare. Nel Purgatorio la dolce dismisura del perdono – e dunque l’etica cristiana, ben oltre l’etica aristotelica che aveva ispirato l’Inferno – si contrappone ai sette vizi capitali (che generano irrealtà e desolazione), mentre l’amore è quella disposizione capace di far esistere il mondo e gli altri”.

 

MARIA GIUSEPPINA MUZZARELLI

Le sfacciate donne fiorentine (Purg. XXIII, 101)
“Al tempo di Dante la moda si manifestava con effetti clamorosi sui corpi degli uomini e delle donne suscitando desideri ma anche biasimo dinnanzi a fogge scandalose e dismisure. Dante ne parla con accenti critici anche nel Purgatorio, luogo di espiazione come del resto erano riparatrici le multe previste dai legislatori, non solo fiorentini, per chi trasgrediva le leggi suntuarie volte a disciplinare lussi e vanità”.

CONTRIBUTI MUSICALI  DI

II Purgatorio
Angelo Maria Santisi
, violoncello
G. Ligeti, sonata per violoncello solo,  I Dialogo (3.00′)
J. S. Bach: suite per violoncello solo n. 5 in do minore BWV 1011, Sarabanda (2.30′)
P. Sculthorpe: requiem per violoncello solo, Introit (3.30′)

 

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