L’arte di curare e di raccontare – il progetto
Breve scheda del progetto
L’arte di curare e di raccontare è un progetto che nasce dalla collaborazione tra la Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche e il Teatro di Roma – L.T.I. Piero Gabrielli con l’obiettivo di costruire uno spettacolo che racconti la professione infermieristica mettendo in luce aspetti meno evidenti di chi vive accanto alla sofferenza e se ne prende cura.
Al centro de L’arte di curare e di raccontare c’è l’ascolto delle storie vissute degli infermieri raccontate in prima persona dagli stessi protagonisti.
Nel 2019 sono state raccolte in tutto il territorio nazionale più di 200 storie; di queste ne sono state selezionate 19 i cui autori hanno partecipato ad un primo workshop teatrale, presso la sede del Laboratorio Gabrielli, nel mese di novembre.
Il workshop di luglio 2020 è l’occasione per verificare attraverso l’azione scenica le storie già raccolte e quelle sono arrivate durante la pandemia Covid. Il progetto produttivo sarà sviluppato nel 2021.
Temi di lavoro del progetto
Il senso della professione infermieristica
Quali sono gli atti che connotano la professione infermieristica? I gesti eclatanti da telefilm americano o quella catena di azioni e reazioni che tiene conto che il paziente non è un numero né una diagnosi ma una persona?
La relazione
La relazione di cura fra un infermiere e un paziente è fatta di gesti, sguardi, silenzi e parole.
In questa relazione c’è un continuo scambio emotivo, in cui i confini vengono varcati continuamente e acquistano senso solo nel ricordo e nella memoria.
Il dono
Donare una parte di sé è un modo di dire che nessuno si sognerebbe di prendere alla lettera. Nelle storie degli infermieri si raccontano storie di esseri umani, che donano parti di sé per consentire ad altri essere umani di continuare a vivere.
Il travaglio
Nel lessico infermieristico si usa la parola travaglio sia in relazione al nascere, al partorire, sia per il morire.
La pandemia
E poi ci sono i racconti che riguardano la pandemia Covid-19 e non sono quelli a cui i telegiornali ci hanno abituato e cioè quelli che celebrano l’eroismo dei sanitari usando il linguaggio della guerra. Sono impressioni personali fatte di paura, di consapevolezza e di senso del dovere.