Buffalo
Macro, 19 – 20 giugno 2024
V edizione
a cura di Michele Di Stefano
una co-realizzazione Teatro di Roma – Teatro Nazionale, Azienda Speciale Palaexpo
La natura essenziale del contemporaneo è l’invenzione ma anche l’adattamento, perché oggi più che mai ci si occupa di persistenza ed entropia, organicità e dissesto, scioglimento e fondazione; si sceglie cioè di mutuare le idee per una politica culturale dall’ecologia e dal desiderio di trovare respiro per un mondo sofferente e guerrafondaio.
I nuovi incantamenti della scena allora non possono che essere generati da un disincanto: per la merce, per la domesticazione, per l’equivalenza tra arte ed impresa, come se il corpo non fosse capace di per sé di identificare gli ambienti necessari alla sua sopravvivenza e avesse sempre bisogno di contesti rigidamente perimetrati da rendicontazioni certe. Siamo un po’ diffidenti sull’affidare sempre alle riserve e ai parchi nazionali il ruolo di contraltare della messa a regime dell’arte.
Così Buffalo in questa ultima edizione si “luposolitarizza” e segue una pista difficile da individuare. A me sembra che ci sia nell’aria un desiderio di rewilding, per dirla anche col lessico corrente, una voglia di vagabondaggio non turistico, ma proprio selvatico. Far perdere le proprie tracce diventa il contrario di favorire la scomparsa.
Buona esplorazione.
Michele Di Stefano
19 giugno
ore 19.00 e 22.30 – durata 25’
M O N O
H a b i l l é d ‘ e a u
Azione per Buffalo 2024
ideazione e regia Silvia Rampelli
danza Alessandra Cristiani, Stefania Tansini
produzione Tir Danza
con il supporto di Lavanderia a Vapore
ringraziamenti Valerio Sirna, Eleonora Chiocchini
Nell’indiviso, nell’assolto, nell’ora
Centrale nell’indagine di Habillé d’eau il questionamento della dimensione percettiva, che la scena realizza attraverso la messa in tensione delle condizioni concrete di esperienza, il passaggio conoscitivo dal dato alla rappresentazione del dato, nel campo del fenomeno.
Il divenire stesso è assunto a oggetto di un esercizio volto a interrogare il rapporto con il reale.
ore 19.30 – durata 25’
I AM (T)HERE
direzione, composizione e performance Aurora Bauzà e Pere Jou
collaborazione alla coreografia e drammaturgia Alessandro Sciarroni
produzione Ariadna Miquel
prima italiana
Un’opera che esplora il rapporto tra corpo e voce, scoprendo nuove forme di interazione tra i due. Attraverso la ripetizione ostinata di una melodia vocale, accompagnata da un’atmosfera elettronica, il performer-cantante si muove alla ricerca di un corpo emancipato dalla voce, generando due discorsi simultanei – vocale e corporeo – che si discostano dalla tradizione musicale classica in cui il corpo è messo a tacere e subordinato al discorso vocale. L’opera incarna un corpo preso tra due dinamiche, voce e movimento, che si evolvono in direzioni opposte, creando un corpo in tensione, un soggetto in conflitto con la propria identità.
I AM (T)HERE cerca un linguaggio che metta corpo e voce su un piano di parità, prendendo le distanze dal modello che -come musicisti di formazione classica- abbiamo ereditato: l’uso del corpo nell’esecuzione della musica classica è stato affinato nel corso dei secoli con l’obiettivo di ottenere la massima qualità musicale con il minimo sforzo e danno per il corpo. Di conseguenza, il discorso corporeo è stato messo a tacere e reso invisibile (fino a vestirlo di nero) per tenerlo subordinato alle esigenze espressive del discorso musicale.
ore 20.00 – durata 20′
L’ATTACCO DEL CLONE
concept Barokthegreat
con Sonia Brunelli
soundtrack Leila Gharib, Francesco Brasini
coreografia, costume Sonia Brunelli
riprese, montaggio video Leila Gharib
collaborazione al dispositivo Dafne Boggeri
collaborazione teorica: Piersandra Di Matteo
produzione Barokthegreat
L’attacco di Barokthegreat prende le mosse da un’idea di sdoppiamento. Ispirato dai racconti di fantascienza e dai giochi di simulazione in cui si colma la distanza tra la realtà e il futuro immaginato. La relazione stretta e coincidente tra una figura cinematografica e una figura reale è la condizione per dare vita ad un viaggio alienante di diversi spessori, generati da un meccanismo di imitazione e di produzione di una copia che trova enfasi nella soundtrack originale. La cornice dorata de L’Attacco del Clone è una soglia del divenire duplice, un passaggio sovradimensionale per ricongiungere mondi e confini dell’azione tra il vero e il falso.
Pianeta Mezzasfera – video
di Barokthegreat
audio-video Leila Gharib
Breve lavoro audio-video costruito con mezzi analogici mediante un modellino in cartone e materiali plastici. Si sperimentano i principi della tecnica di origine ottocentesca pepper’s ghost che ha permesso di far apparire immagini in un solido trasparente.
ore 20.30 – durata 18’
VARIAZIONE No.1
di e con Sorelle di damiano
suono Sofia Pazzocco
costumi REAMEREI
foto Pasquale Toscano
luci Chiara Casali
video Alexander Coppola
testo a cura di Cristoforo Maria Lippi
con il supporto di TAGLI 2023
Con Variazione No.1, Sorelle di damiano propongono un tentativo di resistenza alla narrazione, alla ricerca di significato, fin troppo cercati nella lettura di un’azione performativa. Il lavoro esplora la relazione liminale tra corpo e suono nella quale la partitura sonora di un sintetizzatore incontra una danza decisa e dinamica. Questa produzione sfida l’idea di un racconto lineare e accessibile, portando in superficie l’essenza dell’esperienza umana senza la necessità di un racconto da dipanare o un tema da affrontare, offrendo la realtà per ciò che È.
Cristoforo Maria Lippi
ore 21.30 – durata 30’
fucking pure
Primo studio
coreografia Vincent Giampino
danza Guests
dimensione sonora Draco Pampera
oggetti performativi Edoardo Ciaralli
cura e promozione Marco Burchini
produzione TIR Danza
residenza Teatro Biblioteca Quarticciolo
ringraziamenti Greta Francolini, Paola Granato, Marta Olivieri, Alex Paniz, PARC Firenze
L’impero è una fabbrica di vassoi.
Questa voce è un piedistallo per le parole.
Questo corpo è un piedistallo per gesti.
La Götterspeise (dal tedesco “cibo degli dei” o “ambrosia”) è un budino di gelatina di frutta tedesco. La Götterspeise viene servita con ingredienti dolci a piacere fra cui panna montata, creme, composte dolci ecioccolata.
Vedere il fatto nella sua complessa mescolanza ancor più che nella sua essenza.
L’operazione dell’informe è un gesto che mette a repentaglio le somiglianze oneste, dando spazio al disorientamento e all’eccesso.
ore 22.00 – durata 24’
THE GYRE (in situ)
ideazione e interpretazione Angela Rabaglio e Micaël Florentz
light design e scene Arnaud Gerniers e Benjamin van Thiel
musiche originali Daniel Perez Hajdu
sguardo esterno Dagmar Dachauer
produzione Tumbleweed
Prima italiana
Tutta la materia è vibrazione ed è soggetta al cambiamento. Una quantità infinita di forme possibili nasce e collassa da questo flusso incessante, sollecitato da un bisogno urgente di esistere e trasmettere. THE GYRE (in situ) è un duetto che si evolve a partire da un’azione di base: camminare. Gravitando attorno a un punto, la camminata accelera in un vortice. La perseveranza e la costante trasformazione si dispiegano in una partitura complementare rigorosa, ma fragile. Forme fugaci emergono lungo la traiettoria orbitante e si fondono con il sottile disegno di luci e suoni. In ogni istante della rotazione, i due interpreti entrano ed escono l’uno dall’altro, le linee e i contorni distinti dei corpi si fondono delicatamente in un unico corpo. Nulla nell’universo esiste in modo isolato. Ogni gesto è allo stesso tempo il risultato e l’origine di molteplici eventi coincidenti.
20 giugno
ore 19.00 – durata 34’
(e poi entrarono i cinghiali)
coreografia, costumi e suoni Simone Lorenzo Benini, in collaborazione con Miriam Budzáková
interpreti Miriam Budzáková e Simone Lorenzo Benini
consulenza drammaturgica Erika Kooki Filia
disegno luci originale Elisabetta Maniga
musiche utilizzate Andrea Bocelli, Dying Fetus, Abul Mogard
produzione Anghiari Dance Hub
fotografie di Luca Del Pia
(e poi entrarono i cinghiali) è un urlo, liberatorio ed eccessivo.
Che dalle profondità del polmone corre lungo la trachea, invade le corde vocali e muta.
L’esagerazione diventa uno strumento di affermazione e di ricerca sulla libertà, coinvolgimento e partecipazione alla celebrazione dell’ambiguità.
Tutto è fame di una sensazione indefinita. È spazio d’indagine sui sé diversi. È luogo di molteplicità, pluralità e possibili equivoci.
L’aria acquisisce un suono, viene interpretata, percorre epiglottide e faringe ed uscendo dalle labbra prende colore e timbro. Il corpo si trasforma, cassa di risonanza e palcoscenico di questo urlo (e poi entrarono i cinghiali).
ore 19.30 – durata 30’
VOODOO
con Eleonora Sedioli
ideazione e regia Lorenzo Bazzocchi
tecnica Lucia Ferrero
comunicazione Francesca Mambelli
produzione Masque teatro
con il contributo di MiC, Regione Emilia-Romagna, Comune di Forlì, Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì
La necessità di una lucida trance sembra essere la costante indicazione che ci viene consegnata quando si cerca di decifrare l’ardua lotta che sta alla base del cominciamento. Affrontare il vuoto e scontrarsi con esso ha bisogno di tenacia, soprattutto di uno strumento che funga da catalizzatore ossia che “triggheri” lo stato di quiete e lo trasporti al di là delle barriere erette, non dall’Es come banalmente si potrebbe affermare, ma dalla biochimica dell’esistenza che fabbrica continuamente gli enzimi della normalità. È solo attraverso l’alterazione indotta che si può sperare di essere catapultati nella verità del proprio essere. L’alterazione produce simulacri. A questi ci affidiamo per recuperare le forze necessarie ad imbastire la costruzione di un altro mondo nel quale sopravvivere. Come Living dead ci inchiniamo così al cospetto di un moloch che perennemente ci tiene incatenati sull’orlo del precipizio dal quale possiamo affrancarci offrendo la nuca al vincolo che uno spirito liberatorio può offrirci e questo, sappiamo, a scapito della libertà.
Col Voodoo accogliamo tutti i nostri divenire. Col Voodoo veniamo scagliati nel vortice della vera vita. Col Voodoo abitiamo la buia luce.
ore 20.00 – durata 25’
INCERTEZZA DI FASE
di e con Roberta Mosca e Canedicoda
con il sostegno di Teatro di Roma – Teatro Nazionale
E se osassimo il minimo? Osservare il caso come perturbazione delicata di un sistema. Transitare attraverso nuove forme di emersione di coerenza, anche o sicuramente temporanee. Affinare la capacità di ascolto per accogliere rumori e bagliori di inattesi significati. Dinamiche sottili che nel qui e ora rivelano nuovi tessuti cognitivi: se tutto questo sentire fosse al di fuori – scollegabile – dal tempo e dallo spazio? L’ipotesi come insolito ambiente interno/esterno, la stratificazione temporale come un organismo che riconosce di trasformare continuamente sé stesso, senza sforzo. Stiamo parlando di un possibile frammento di spontaneo equilibrio? Scoprire l’incertezza come sistema relazionale, rilevare la meravigliosa complessità, muta, strillante, per un istante immobile, oltrepassando la gestione dell’esperienza in termini puramente economici. Arancione su grigio, una base per l’armonia.
ore 21.00 – durata 30’
EMERSIONE N.2 – UN’ANDATURA UN PO’ STORTA ED ESUBERANTE
un progetto di e con Antonio Tagliarini
e con Gaia Ginevra Giorgi
collaborazione artistica Gaia Ginevra Giorgi
progetto sonoro Emanuele Pontecorvo
direzione tecnica Elena Vastano
abiti Matteo Brizio
coproduzione INDEX, Triennale Milano Teatro, Ass. Cult. A.D.
residenze di creazione Triennale Milano Teatro, Spazio Matta, Casa degli Artisti
Intervista, dal francese entrevoir: intravedere, vedere per un attimo.
Nuova tappa di sviluppo del progetto di ricerca in cui Tagliarini invita Gaia Ginevra Giorgi a dialogare con lui sulla scena attraverso un’azione sonoro-performativa.
In questa seconda fase, Antonio Tagliarini esplora un flusso somatico, in cui il corpo si riorganizza e indaga altri modi di esistenza, fino alla soglia della trasformazione.
La danza, in intima relazione con il suono live, è esposta a possibili interruzioni, interferenze, tradimenti e imprevisti: un inno al corpsing.
La scena infesta ed è infestata, è sciame di affetti e reticolo complesso di relazioni, la materia vibra, si regge su un equilibrio precario in cui lo spazio, il tempo e il filo del discorso vanno sempre rinegoziati. Come in una foresta, come in un gioco, il corpo dell’artista si muove per tentativi, si riposiziona, procede per frammenti, riorganizza le forme e i pensieri nel gesto semplice ma sovversivo di attraversare e essere attraversato.
ore 21.30 – durata 50’
A VERY EYE (in situ)
ideazione e coreografia Angela Rabaglio e Micaël Florentz
creazione e interpretazione Tsharly Prince, Sergi Parés, Jeanne Colin, Mona Felah, Christine Daigle, Angela Rabaglio, Micaël Florentz
luci e scenografia Arnaud Gerniers
musica Anne Lepère
sguardo esterno Melissa Rondeau, Esse Vanderbruggen, Christine Daigle
costumi Mélanie Duchanoy
ricerca coreografica TingAn Ying
ricerca drammaturgica Olivier Hespel
distribuzione e comunicazione Quentin Legrand per Rue Branly
produzione Tumbleweed
Prima italiana
L’essere individuale è plurale e sempre in procinto di diventare. Ispirato alla diversità dei comportamenti collettivi, A VERY EYE (in situ) è un pezzo che ci invita a cambiare prospettiva e a far luce sugli interstizi. Per tutta la durata della performance, il pubblico e i danzatori condividono lo stesso spazio, un pavimento bianco, dove si incontrano, vagano e fondono le traiettorie. Insieme tracciano le linee mutevoli di un territorio da abitare. Da questa costante negoziazione di spazio e distanza emergono complesse partiture di movimenti intrecciati, come la tessitura di un DNA in perenne ricostruzione.
19 e 20 giugno 2024
MACRO – Museo d’Arte Contemporanea di Roma – Via Nizza, 138
19 giugno 19.00 – 22.30 e 19.30 – 23.00
i due ingressi sono equivalenti, prevedono cioè le stesse performance con uno slittamento d’orario della prima performance, che nel secondo caso verrà replicata alla fine
20 giugno 19.00 – 22.30
biglietto giornaliero intero € 15,00 – ridotto € 10,00
biglietteria Museo Macro, aperta 2 ore prima dell’inizio