La cantata dei pastori
18 – 22 dicembre 2012
di Peppe Barra e Paolo Memoli
libero adattamento dall’opera di Andrea Perrucci
interpretato e diretto da Peppe Barra
18 – 22 dicembre 2012
di Peppe Barra e Paolo Memoli
libero adattamento dall’opera di Andrea Perrucci
interpretato e diretto da Peppe Barra
Non c’è Natale senza La Cantata dei Pastori e da quarant’anni a questa parte non c’è Cantata senza Peppe Barra. La Cantata dei Pastori ha un titolo lunghissimo e barocco, ma è universalmente nota con l’abbreviazione d’uso. Fu scritta alla fine del Seicento (1698) da Andrea Perrucci e da allora, da più di tre secoli, è continuamente rappresentata, rimaneggiata, riscritta. Si potrebbe dire che la ‘tradizione della ‘Cantata’ è la ‘tradizione delle ‘Cantate’ perché poi, nel tempo, ogni compagnia di quartiere, di paese, di parrocchia, ha elaborato una sua ‘lezione’ e dato inizio a una propria tradizione interpretativa. Ultimo e più illustre di tutti è Peppe Barra, che aveva già interpretato l’opera a fianco della madre Concetta, nel ruolo di un irresistibile Sarchiapone, dopo essere stata l’Angelo nella versione di Roberto De Simone alla fine degli anni Settanta.
La Cantata dei Pastori è la storia delle traversie di Giuseppe e Maria per giungere al censimento di Betlemme. Nel difficile viaggio vengono accompagnati da due figure popolari napoletane, Razzullo, scrivano napoletano assoldato per il censimento, e Sarchiapone, ‘barbiere pazzo e omicida’, maschera ispirata quasi direttamente dalla tradizione popolare dei Pulcinella e antesignano di Felice Sciosciammocca. Sarchiapone è la dimostrazione delle varie sovrapposizioni e aggiunte delle tradizioni delle Cantate. Il personaggio di Sarchiapone non esisteva infatti nella versione originale di Perrucci, fu introdotto per rendere meno paludata la rappresentazione, per adattarla al gusto del pubblico e via, via, si è andato ritagliando un ruolo sempre più importante.
Oggi Peppe Barra porta ancora in scena tradizione e innovazione. La tradizione è quella del Natale che si esplica attraverso il carico emozionale delle voci melodiose dei protagonisti che invocano la Benedizione di Dio per salvarsi dalle insidie di fumanti diavoli decisi ad impedire la nascita del Redentore. L’innovazione è, invece, prerogativa dei due personaggi principali, Razzullo, uno scrivano inviato in Palestina per il censimento della popolazione interpretato dall’irresistibile Peppe Barra, e Sarchiapone, un ex barbiere squinternato, omicida per pura distrazione, reso esilarante dalla maestria interpretativa. Dotati di un linguaggio moderno ed informale, i due “residenti presepiali” affrontano i perigli di allora con gli espedienti dei nostri giorni, ricordandoci, forse, che in ogni tempo, gli sventurati hanno sempre le stesse problematiche, ma soprattutto divertendo il pubblico.
Anche nella tradizione iconografica del presepe i personaggi hanno un nome e un ruolo sia perché Andrea Perrucci lo ha scritto e sia perché tre secoli di rappresentazioni lo hanno trascritto e rappresentato. Il presepe popolare napoletano è direttamente influenzato dalla Cantata dei pastori che mescola il suo narrare con quello dei vangeli apocrifi e con altre tradizioni popolari del sud, a metà strada tra il cristiano, il pagano, il magico.
Molti sono gli ostacoli che Giuseppe e Maria dovranno superare prima di trovare rifugio nella grotta della Natività. Ed è naturalmente conseguente il lieto fine, la salvazione dell’umanità dal peccato e il ritorno di Belfegor, sconfitto, nel suo mondo infero di fiamme e zolfo. Fino all’anno prossimo, quando anche lui, vecchio diavolaccio impunito, potrà tornare a raccontarci la storia infinita della lotta millenaria tra Bene e Male. Insomma, un grande archetipo.
ore 21.00
giovedì ore 17.00
sabato ore 19.00
biglietti
platea 32 € intero | 24 € ridotto
palchi 24 € intero | 21 € ridotto
durata
due ore e 30 minuti con intervallo
La Cantata dei Pastori tra tradizione e innovazione
musiche originali di
Roberto De Simone, L. Cannavacciuolo, P. Del Vecchio, L. Urciuolo
scene disegnate da Emanuele Luzzati
costumi di Annalisa Giacci