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Circo Equestre Sgueglia

4 -23 marzo 2014

testo e musiche originali di Raffaele Viviani
regia Alfredo Arias

Lo spettacolo

«Davanti alla casa in cui abitavo con i miei genitori, si estendeva un terreno abbandonato, dove un giorno arrivò un circo molto povero, senza nemmeno il tendone, ma solo stoffe rattoppate. Al centro si innalzavano i pali con i trapezi. Dall’esterno si potevano vedere, senza pagare, i volteggi di poveri acrobati. Qualche animale triste passeggiava senza comprendere questo paesaggio di desolazione. L’orso, la zebra e il dromedario asciugavano le loro lacrime sotto un sole opprimente che bruciava questa Pampa urbana». Si tratta di uno dei tanti ricordi d’infanzia del regista argentino Alfredo Arias, che realizza uno spettacolo su Circo Equestre Sgueglia, uno dei testi più noti di Raffaele Viviani. I lavori di Arias uniscono l’interesse per la spettacolarità del musical alla passione per il teatro en travesti, il grottesco e la maschera: tutti elementi che si prestano brillantemente all’allestimento di Circo Equestre Sgueglia. Ambientato tra baracconi, giostre e trapezi, il dramma si snoda attraverso le alterne vicende della famiglia proprietaria dell’omonimo circo, metafora universale di un mondo povero e precario. A proposito del testo, Arias afferma «Viviani ci trascina in un doppio gioco. Un gioco che noi dobbiamo immaginare – quello della rappresentazione circense – e uno al quale assistiamo – quello della vita. Sceglie di mettere in evidenza le lacerazioni amorose. Ci dice che non esiste rifugio possibile: anche il circo, concepito come un ultimo riparo, è esposto alla vertigine della passione e i suoi abitanti possono esserne espulsi in qualsiasi momento per sprofondare nella più grande delle solitudini».

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