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Il ratto d’Europa – Per un’archeologia dei saperi comunitari

29 aprile – 11 maggio 2014

drammaturgia collettiva

ideazione e regia Claudio Longhi

Lo spettacolo

Provate a immaginare una stanza strana. Sì! una stanza strana, con nove strani giacigli. In uno di questi vi trovate voi: siete lì, addormentati, in preda a un turbine di sogni. Negli altri giacigli altre persone, del tutto sconosciute: come voi stanno sognando e intanto un narratore racconta la sua favola… Alcuni dei presenti sognano di paesi e genti lontane, di miti e antiche leggende. Altri sognano di spread, di Bond e BTP, di tori che rapiscono fanciulle per fondare mondi nuovi, di guerre combattute per vendetta o avidità, e ognuno di questi agitatissimi sogni ruota attorno a una parola, che torna e ritorna come un’ossessione: Europa.

Provate a immaginare, ora, che qualcuno, o qualcosa, venga infine a svegliarvi. Non certo per darvi consolazione, ma per affidarvi un compito, da assolvere tutti insieme, voi e gli otto estranei che vi circondavano al risveglio. Il compito è semplice e terribile: salvarla – quest’Europa – dal rischio di estinzione.

Salvare l’Europa, voi nove?! Sì! Proprio voi nove! Compagine improbabile che, nel superare un’impervia serie di fatiche degne d’Ercole (condite in salsa ‘Jeux sans frontières’), sarà costretta a trasformarsi, da brancaleonesca armata allo sbaraglio, in una squadra coordinata e coesa: una squadra vera, di quelle in cui le differenze tra i giuocatori sono una ricchezza. Insieme dovrete costruire strade, ponti e macchine per viaggiare, arrampicarvi su instabili corde per raggiungere traguardi improbabili, imparare nuove lingue, ritracciare mutevoli confini e ricordare la sterminata e sanguinosa storia delle guerre europee, danzare all’unisono come foste un corpo solo, compilare bandi di concorso per aggiudicarvi finanziamenti strutturali UE, e alla fine affrontarla, la nuova “Grande Crisi” planetaria, in una tragicomica disfida decisiva.

E ora provate a immaginare che tutto questo possa accadere per davvero, a teatro, per raccontare, in un solo spettacolo, due anni di laboratori teatrali con non professionisti di tutte le età, di incontri, di conferenze, di atelier, di istallazioni artistiche e rassegne cinematografiche, di discussioni intorno a cosa sia (o cosa possa voler dire) “Europa” per un cittadino di Roma – una delle capitali simbolo della storia del nostro Continente.

Dal 29 aprile a domenica 11 maggio il palcoscenico del Teatro Argentina si travestirà da fatale crocevia del destino d’Europa… Per finta, si sa! Ma fino a che punto?

Il ratto d’Europa è arrivato al suo culmine, Signore e Signori! E dove termini la finzione e incominci la realtà potranno dirlo solo gli spettatori (coautori?) presenti in sala.

Ogni sera sul palcoscenico dell’Argentina si apriranno momenti di confronto con le diverse visioni e testimonianze che l’ospite di turno proporrà attraverso una breve intervista di circa 15 minuti condotta da uno degli attori protagonisti dello spettacolo. A condividere la propria idea di Europa, si alterneranno Cécile Kyenge (29 aprile); l’allenatore della nazionale italiana di pallavolo Mauro Berruto (30 aprile); l’artista italiano tra i più significativi del panorama contemporaneo Enzo Cucchi (2 maggio); la scrittrice che ha posto grande attenzione ai temi dell’identità culturale Igiaba Scego (3 maggio); il grande compositore Ennio Morricone (4 maggio); ed ancora Luciano Violante, già presidente della Camera dei Deputati (6 maggio); Gianni Toniolo, autorevole storico dell’economia moderna e contemporanea (7 maggio); Zouhir Louassini, giornalista politico esperto di tutto il mondo arabo (8 maggio); Giovanni Maria Flick che ha preso parte per il Governo italiano alla redazione della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea (10 maggio);  ed infine il regista di tanti film di impegno civile Giuliano Montaldo (11 maggio)

 

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