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“Suite Rodari” Allegretto, surreale con moto

15 – 18 maggio 2014

da Gianni Rodari
adattamento Attilio Marangon
regia Roberto Gandini

Lo spettacolo

Siamo nel 1995, durante il primo Laboratorio Teatrale Integrato “Piero Gabrielli”: un ragazzo con la sindrome di Down, sta facendo “l’improvvisazione delle scarpe”, esercizio che consiste nel fingere di indossare un paio di scarpe e di muoversi di conseguenza, (se ad es. scelgo di calzare degli scarponi da sci, poi mimerò di lanciarmi in uno slalom.) Ebbene, Diego, questo il nome di quel ragazzo, dopo aver indossato delle misteriose calzature, si mette a ballare soavemente coinvolgendo tutti i presenti, ragazzi e adulti.

Io gli dico: “Belli questi movimenti, Diego, ma… di chi erano le scarpe? Chi stavi facendo?” E lui: “Ero una farfalla, ballavo!”.

Quella frase, rimasta nascosta nella memoria per tutti questi anni, è ricomparsa di colpo adesso, mentre stiamo per andare in scena al Teatro Argentina ( dal 15 al 18 maggio ‘14) con “Suite Rodari” allegretto, surreale con moto.

Suite Rodari è composta da otto quadri liberamente tratti da altrettanti racconti di Gianni Rodari e adattati da Attilio Marangon, e cioè: La rivolta delle macchine, Il filobus  numero 75, Il semaforo blu, Miss Universo dagli occhi color verde-Venere, Il sole nero, Il funerale della volpe , Un re senza corona e Il vestito nuovo dell’Imperatore.

Apre la sequenza dei quadri una “ouverture”, composta ed eseguita dal M° Roberto Gori, in cui rendiamo omaggio allo scrittore di Omegna con un piccolo scherzo musicale. Il filo rosso che lega questi racconti è la comune vena surrealista, un surrealismo ironico, soave, per bambini, in cui anche i grandi possono trovare sfumature preziose.

Fare teatro al “Piero Gabrielli” prevede che gli interpreti abbiano totale consapevolezza di quello che dicono e del modo in cui lo dicono, quindi per essere sicuri di ciò, temendo che gli straniamenti e i capovolgimenti contenuti nello spettacolo fossero difficili da capire, abbiamo testato il grado di comprensione che i ragazzi avevano delle storie e ci siamo resi conto che tutto andava per il meglio.

E qui ritorno all’episodio che citavo all’inizio: i ragazzi con disabilità come Diego si trovano perfettamente a proprio agio nel mondo surrealista, e anzi, molti comunicano quasi esclusivamente in maniera surreale.
A volte è un surrealismo involontario, cioè legato a quella disinibizione per cui ragazzi con disabilità esprimono pensieri e sentimenti così come vengono, senza star troppo a pensare, senza valutare tutte le conseguenze.
Altre volte invece è un modo cosciente, provocatorio, una maniera di essere che vuole stimolare l’interlocutore a un confronto disinibito e che permette di non prendersi troppo sul serio.

E anche noi del Piero Gabrielli quindi, senza prenderci troppo sul serio, ma determinati a scoprire tutti i tesori che le storie di Gianni Rodari nascondono, porteremo per l’ottava volta le storie di questo autore in scena e sarà come ritrovare un vecchio amico, che ci vuole bene, che conosce i nostri difetti e i nostri pregi. Ho talmente frequentato i suoi scritti e le sue interviste che mi piace parlare di lui come fosse presente, perché Gianni è uno che sta dalla parte dei curiosi, dei vulnerabili, dei bislacchi, dei coraggiosi, di quelli un po’ surrealisti come noi.

Roberto Gandini

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