Vai al contenuto

Mats Ek, Ana Laguna, Susanne Linke, Dominque Mercy

24 – 25 giugno 2015

a cura di Daniele Cipriani

Lo spettacolo

Sono divi ‘diversamente giovani’ i protagonisti, festosamente “over 60”, di Quartet GalaMats Ek, Ana Laguna, Susanne Linke e Dominique Mercy. Queste leggende della danza contemporanea del XX secolo, sempreverdi nel XXI, ci parlano di memoria: non intesa in senso nostalgico, bensì quella memoria del corpo che assimila i passi, li incarna a livello fisico ed emozionale tramite la ripetizione e rimane nel corpo, seppur dormiente; sicché basta lo stimolo giusto per richiamarla dalla sua ibernazione. Ragion per cui molti importanti coreografi di oggi sempre più frequentemente si rivolgono alla profondità interpretativa dei ballerini maturi. Perché mentre la tecnica del balletto classico va spingendosi sempre oltre i limiti fisici, favorendo i ballerini giovani e vigorosi, pure le esigenze interpretative crescono: ed è qui che le carte dei divi più maturi sono vincenti rispetto a quelle dei colleghi più giovani.

Il grande coreografo svedese Mats Ek (70 anni) interpreta Potato Memory, due suoi lavori, accanto alla ballerina spagnola Ana Laguna (60 anni), sua musa e moglie. Giocosi dialoghi danzanti di una coppia estrosa e complice, un’occasione unica per assistere all’autobiografia in danza del celebre binomio: per rivedere lei, indimenticabile Giselle nella rivisitazione di Ek del celebre balletto e per vedere lui (cosa rarissima) in veste di ballerino.

Nessuno meglio di un interprete del teatro danza di Pina Bausch, nella fattispecie il 65enne Dominique Mercy (40 anni trascorsi con il Tanztheater Wuppertal), è in grado di dimostrare – cosa che fa nell’assolo That Paper Boy di Pascal Merighi – che anche in un’arte così fisicamente esigente come la danza, l’intensità data dall’esperienza prevale sull’agilità della gioventù.

Dall’alto dei suoi 71 anni Susanne Linke, una delle maggiori caposcuola della danza libera tedesca, interpreta A Lost Solo…. With Greeting to Dore (2014) tratto dalla sua esplosiva versione de La Sagra della Primavera, lavoro stravinskiano che continua ad affascinare.

L’arte mostra come il tempo non scalfisca i talenti. Quartet Gala, a cura di Daniele Cipriani, vuol essere un’esortazione alla nostra società: anziché emarginare i nostri concittadini ‘diversamente giovani’, riscopriamo e risvegliamone la preziosa e sempre feconda ‘memoria’.

Iscriviti alla newsletter