Lo sappiamo che la vita è dura, che c’è crisi, che c’è lo spread. E allora? Dopodichè?
Cosa vogliamo fare? Le tematiche di disagio generazionale, crisi e voglia di cambiamento vengono trattate con un gioco di ribaltamento paradossale, invece di risolvere i problemi o lottare per un mondo migliore il pubblico viene invitato a scaricare tutti i suoi problemi su un attore che è un giocatore-pedina e che si contenderà con gli altri la possibilità di arrivare per primo alla casella finale: quella del suicidio. Varie prove e imprevisti faranno avanzare o indietreggiare i personaggi su un tabellone, anche grazie all’aiuto del pubblico dal vivo.
Lo spettacolo nasce da una drammaturgia collettiva: gli attori scrivono per il proprio personaggio e per gli altri. Si parte da tematiche condivise, titoli, spunti, situazioni che ognuno sviluppa. I testi sono poi modificati da tutti, messi alla prova in improvvisazione e scambiati tra i vari attori/autori.
E’ la prima drammaturgia del gruppo, che si cimenta anche nella scrittura, dopo aver maturato un’esperienza fino ad oggi prettamente attoriale.
Lo spettacolo entra in contatto col pubblico, nelle cui mani la storia viene completamente consegnata.
Sabato 28 marzo al Teatro di Villa Torlonia si è conclusa la prima edizione del playFestival 1.0 di Roma. Dal 23 al 27 marzo 2015, una giuria popolare e una di esperti del settore hanno assistito e giudicato i 10 spettacoli in gara, presentati nelle cinque serate organizzate al Teatro Tor Bella Monaca e al Teatro Biblioteca Quarticciolo.
Ad aggiudicarsi il primo premio, dedicato agli artisti under 40, è la compagnia Proxima Res con lo spettacolo Generazione disagio – Dopodiché stasera mi butto, che ha ottenuto il consenso più ampio da parte dei giurati con la seguente motivazione:
“Una divertente commedia che descrive con ironia i temi di una generazione di disagiati senza mai annoiare. Nonostante la tematica del precariato, che abbraccia tutti gli aspetti della vita, sia tristemente nota e forse fin troppo affrontata, il testo non scade mai nella banalità.
Dalla resilienza agli stage, dal precariato alla decrescita felice, si disegna l’agognato disinteresse alla vita, attraverso un gioco al massacro in cui anche il pubblico diventa carnefice.
Ben scritta e interpretata con ritmo ed energia, forse pecca nel finale con l’assenza di una conclusione effettivamente definita”.
La Casa dei Teatri e della Drammaturgia Contemporanea – struttura promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura e Turismo – Dipartimento Cultura, gestita da Zètema Progetto Cultura con la direzione di Emanuela Giordano – ha portato a Roma l’iniziativa del Teatro Ringhiera ATIR di Milano con il Piccolo Teatro di Milano e si avvale della collaborazione del Teatro di Roma diretto da Antonio Calbi.
Il PlayFestival è un’iniziativa nata per valorizzare il lavoro di artisti indipendenti che operano nel teatro contemporaneo e per mettere il loro lavoro in relazione con quello di altri colleghi, operatori teatrali, critici e soprattutto con il pubblico. Un’occasione importante per farsi conoscere, un’opportunità per tutte quelle compagnie di eccellenza che producono e lavorano ma non trovano visibilità.