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L’esposizione universale

9 – 14 giugno 2015

di Luigi Squarzina
regia e impianto scenico Piero Maccarinelli

Lo spettacolo

Se la drammaturgia è descrivere o commentare, riflettere la cultura la realtà umana e sociale del proprio tempo, conservare la memoria e intuire la possibilità che gli accadimenti, quando rimossi nella memoria, si ripresentino, l’opera di Luigi Squarzina L’Esposizione universale scritta nell’immediato dopoguerra e ambientata nel 1946 negli spazi dell Eur 42, è drammaturgia pura e di ampio valore.

Del resto già nel 1949 una giuria presieduta da Eduardo De Filippo e costituita da Visconti, Stoppa, Costa e Pandolfi attribuì al testo il Premio Gramsci.

Siamo di fronte ad un alto esempio di Teatro Documento con ispirazioni neorealiste ed un esempio di Teatro civile.

La condizione umana di un gruppo di sfollati che occupano gli spazi dell’Esposizione, il loro quotidiano sforzo per ricominciare dopo il periodo bellico, fra amori e storie di famiglia, si intrecciano con gli interessi più speculativi di affaristi senza scrupoli che han ben capito quale potrà essere lo sviluppo economico di quell’area nel periodo della ricostruzione.

Insomma Squarzina pone una serie di problemi sia a chi enfatizza il periodo fascista sia a chi antagonisticamente ne sfrutta la disfatta a fini speculativi.

Da un lato storie familiari e storie individuali, dall’altro conflitti ideologici, degrado sociale sullo sfondo la Storia o meglio un pezzo di storia del nostro paese.

Velleitarismi ideologici e losche speculazioni “La società per andare avanti non può aspettare che tutti si mettano al passo” dirà ad un certo punto uno dei personaggi chiave della commedia, Barzillai giornalista infiltrato per fini speculativi e affaristici nel campo.

Insomma una testimonianza lucida e civile che ci ricorda le dinamiche comportamentali di individui e gruppi sociali, nella nostra società, di fronte al Progresso.

Un monito a non dimenticare il nesso imprescindibile fra individuo e società di fronte al “Progresso” un’incitazione a non essere passivi di fronte a scelte politiche, per non perdere di vista la responsabilità delle scelte – soprattutto collettive – un incitamento ad essere noi stessi

– soprattutto i giovani protagonisti delle scelte civiche.

Per questo nell’affrontare questo progetto di allestimento con il Teatro di Roma, anche in occasione di Expo 2015, abbiamo pensato al coinvolgimento di 16 diplomandi del Centro Sperimentale di Cinematografia e dell’Accademia Silvio D’Amico che affiancati da tre attori di altra generazione possano essere gli interpreti, ma anche i testimoni di questo importante testo. Alla creazione dello spettacolo si affiancheranno cicli di incontri organizzati con Scuole e Università ed un omaggio a Luigi Squarzina per tanti anni Direttore Artistico del Teatro Argentina.

Note di regia

L’Esposizione Universale di Luigi Squarzina è un potente affresco ambientato tra gli scheletri degli edifici rimasti incompiuti negli spazi dell’Esposizione Universale Romana (più nota come EUR 42) che nelle intenzioni del regime avrebbe dovuto celebrare anche il ventennale della marcia su Roma. In questo affresco Squarzina, con lucida e civile consapevolezza, ambienta la sua opera. siamo tra il 1946 e il 1947 e un gruppo di sfollati abita quegli spazi. a questo popolo si affiancano altre figure di speculatori che intendono far riprendere i lavori nel quartiere in previsione del giubileo del 1950. Brandelli di vita privata si mescolano all’inesorabile scorrere della Storia, interessi particolari si contrappongono all’interesse collettivo di quel popolo di senzatetto. Conflitti ideologici, sociali, politici, contraddizioni morali animano questo testo, inedito in Italia, nonostante il premio Gramsci gli sia stato attribuito nel 1949 da una prestigiosa giuria presieduta da Eduardo de Filippo e composta da Luchino Visconti, Paolo Stoppa, Orazio Costa e Vito Pandolfi. Una importante occasione per riflettere su un pezzo di storia del nostro Paese.

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