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Alla scoperta dell’esercito più piccolo del mondo

30 marzo 2016

di Gianfranco Pannone

Nell’ambito di “Storie e stelle del cinema italiano”, a cura di Direzione Generale Cinema-MIBACT.

Lo spettacolo

Nel film “L’esercito più piccolo del mondo” (2015, 86’) Gianfranco Pannone racconta in modo appassionato e singolare la vita di tre giovani reclute all’interno della scuola di addestramento delle guardie svizzere, che presiedono la sede papale a Roma. Il film, presentato con successo alla Mostra del Cinema di Venezia, è prodotto dal Centro Televisivo Vaticano con Solares Fondazione delle Arti, Solares Suisse e PTS Art’s Factory.

L’autore e regista Gianfranco Pannone, dopo la proiezione, incontrerà il pubblico.

“L’esercito più piccolo del mondo” è un “dietro le quinte” della Guardia Svizzera al tempo di Papa Francesco. L’avventura di Gianfranco Pannone nello Stato della Chiesa è durata circa un anno, un anno rivelatore del clima realmente nuovo creato dal Pontefice che il regista napoletano racconta con uno sguardo laico e al tempo stesso lontano dalla facile retorica della rappresentazione. In particolare, Pannone, con l’ausilio del “regista del Papa” Cesare Cupponi, si avventura all’interno della scuola di addestramento delle guardie svizzere che presiedono la sede papale a Roma.Chi sono? Da dove vengono? Quali studi devono affrontare?

René è uno studente di teologia dell’Argovia, che ha deciso di far parte del corpo Pontificio nato all’epoca di Giulio II. Con lui in Vaticano arrivano altre giovani reclute. Tra queste Leo, un ragazzo semplice che nella vita è un guardaboschi, felice di fare un’esperienza nella Città Eterna; e Michele, svizzero-italiano di origine lucana, il più inquadrato del gruppo, come capita spesso ai figli degli immigrati.

Cosa significa per questi giovani indossare un abito del ‘500 ai giorni nostri? Far parte di un variopinto ma anche anacronistico corpo militare, specie in rapporto a una figura “rivoluzionaria” come quella del Papa venuto da lontano?

Tra i protagonisti sarà René, un intellettuale in erba che si interroga sulla propria fede e sul proprio ruolo, a tentare di trovare una risposta per sé e per i suoi compagni d’armi.

Gli spettatori li seguiranno dal momento della partenza dai Cantoni Svizzeri e per tutto il periodo di addestramento nella Città del Vaticano.

Il titolo del film affonda le radici nella storia: nel gennaio del 1506 centocinquanta soldati svizzeri, comandati da Kaspar von Silenen, entrano a Roma dalla Porta del Popolo e vengono accolti personalmente da Giulio II, prendendo servizio e ponendo le fondamenta del corpo. Da allora 110 uomini vegliano sullo stato più piccolo del mondo (0,44 chilometri quadrati) che ha aperto le porte a Gianfranco Pannone e al suo sguardo documentaristico “aperto e sgombro da muri di ogni genere”.

Gianfranco Pannone (Napoli, 20 maggio 1963) vive e lavora a Roma. Laureato in Lettere moderne e diplomato in regia al Centro Sperimentale di Cinematografia, tra il 1991 e il 1998 ha prodotto e diretto la trilogia composta da Piccola America, Lettere dall’AmericaL’America a Roma, e nel 2001 Latina/Littoria, premiato come miglior film documentario al Torino Film Festival. Tra i suoi medio e lungometraggi: Pomodori (1999), Sirena operaia (2000), Pietre, miracoli e petrolio (2004), Io che amo solo te (2005), Cronisti di strada (2006), Il sol dell’avvenire (2008), ma che Storia… (2010), Scorie in libertà (2011-2012), Ebrei a Roma (2012). Del 2014 è il lungometraggio Sul vulcano, finalista ai Nastri d’argento e ai David di Donatello. I suoi film gli sono valsi partecipazioni e riconoscimenti in molti festival italiani e internazionali, oltre che la messa in onda sulle principali televisioni europee. Da otto anni è responsabile del Laboratorio di Cinema documentario al Dams dell’Università Roma Tre e insegna regia al CSC – Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma.

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