L’indecenza e la forma
13 febbraio 2017
Pasolini nella stanza della tortura
di Giuseppe Manfridi
uno spettacolo di Marco Carniti
13 febbraio 2017
Pasolini nella stanza della tortura
di Giuseppe Manfridi
uno spettacolo di Marco Carniti
L’Indecenza e la forma è uno spettacolo che va oltre, è “una discesa a capofitto nella spirale dei gironi pasoliniani usando le sillabe per generare un corpo fonetico che si faccia tutt’uno con la narrazione. Il corpo di una laica deità capace di accogliere in sé le tante voci necessarie a esprimere il furore scandaloso e cartesiano di una profezia con la quale il nostro tempo e il nostro Paese ancora convivono, inadeguati (…) Geometrica e lucida è la lezione del poeta che con atto pragmatico redige referti della propria epoca imponendo ai suoi contemporanei una chiara visione del futuro”- riflette Giuseppe Manfridi, in quanto in Pasolini la forma e l’indecenza si fondono e “parlano il poeta bambino e il poeta adulto, il padre delittuoso e la madre onnivora, il fratello caro agli Dei e Saturno divoratore dei propri figli, la plebe e gli amanti”.
Nel profluvio dei versi che compongono il copione, nei lacci delle rime e delle assonanze, nel rap dissennato che attraversa facce, gole, miti, censi e nervature, l’osceno ambisce a purificarsi, mostrandosi ansioso di una spietatezza che lo giustifichi. Parla il poeta bambino e parla il poeta adulto, parla il padre delittuoso e la madre onnivora, parla il fratello caro agli Dei e Saturno divoratore dei propri figli, parla la plebe e parlano gli amanti. E il loro parlare si traduce in lotta, la lotta in dramma, e il dramma tende alla sua catarsi, che infine arriva. È il compimento di un’esistenza che, per paradosso, ha saputo domare il proprio fato accettando un’assoluta sottomissione ad esso.
ore 21
con Francesca Benedetti e Sebastian Gimelli Morosini
musiche di David Barittoni
Si ringraziano per l’assistenza Paolo Amati, Alberto Brichetto e Valentina Celentano