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Rassegna Garofano Verde

20 – 22 settembre 2016

Scenari di teatro omosessuale

Lo spettacolo

Ancora una volta la rassegna Garofano Verde • scenari di teatro omosessuale non dovrebbe esistere per mancanza odierna di sostegni istituzionali, eppure la più storica e la più pubblica (per due decenni) delle manifestazioni italiane in tema di cultura LGBT festeggia ugualmente in questo 2016 la sua ventitreesima edizione grazie all’appoggio generoso del Teatro di Roma che mette a disposizione per tre sere il Teatro India. E un qualificato calendario ridotto si è potuto ideare e formulare anche grazie alla disinteressata ed etica disponibilità di artisti e compagnie che hanno aderito a proporre uno spettacolo fondato su una creazione attuale ad hoc, un omaggio drammaturgico a un testo finora sconosciuto, o una replica straordinaria di una lettura scenica di un’opera di culto. Con una fase realizzativa il cui merito continua a doversi ascrivere alla Società per Attori. Saranno tre serate speciali, per amateurs e per spettatori civili, tre appuntamenti cui auguriamo (come è già accaduto per gli eventi dello scorso anno) un prosieguo di rappresentazioni ancora più ufficiali, più definite, più programmatiche.

Babilonia Teatri con la scrittura e la lettura di Enrico Castellani, e la cura di Valeria Raimondi, ha inteso esplorare la condizione delle conseguenze esistenziali dei vincoli tra esponenti dello stesso sesso, in questo caso due compagne-madri, approfondendo la psicologia di un giovane che è in sintonia (apparente) con le due genitrici e in conflitto (molto) con l’assente datore di sperma. Distribuendo torti e ragioni con la roulette poetica dei Babilonia.

Enzo Vetrano e Stefano Randisi hanno scelto di recuperare un materiale inedito di Franco Scaldati, dove è ritratto un uomo dedito al travestimento e al piacere omoerotico effimero, a contatto con un uomo-partner che cerca di conciliare e sedare l’istinto compulsivo dell’altro attraverso una relazione. Qui spunta fuori il linguaggio vulcanico, denso e primitivo di Scaldati, cui si è pensato di frapporre una sorta di traduzione scenica dal vivo.

Il caso di Danio Manfredini è quello di un innamoramento letterario per un capolavoro trasgressivo di Jean Genet, cui l’artista è da anni debitore, tanto da averne ricavato ispirazioni per un suo spettacolo autonomo, e per averne redatto una sceneggiatura destinata a un film incompiuto. Proprio questa sceneggiatura, corredata dei disegni di uno story board atti a suggerire un livello immaginario, costituisce il reading. Una terna di serate prive di eccessiva forma teatrale, per una sensibilità che purtroppo stenta sempre a meritarsi una giusta forma di legittimazione. Ma per questa cultura siamo disposti a combattere, e a emozionarci.

Rodolfo di Giammarco

 

Gli spettacoli

Pedigree 
Pedigree nasce su provocazione di Garofano Verde, Scenari di Teatro Omosessuale. Al Teatro India di Roma sarà presentata una prima lettura del testo ancora in lavorazione.

Pedigree è la storia di un giovane uomo, della sua famiglia con due madri, del padre donatore e dei suoi cinque fratelli di sperma sparsi per il mondo.
Pedigree racconta le difficoltà di una nuova generazione alle prese con genitori biologici e genitori di fatto, con nuove problematiche di identità e di coscienza.

Pedigree riflette sulle prospettive di determinate scelte, dei diritti, dei desideri, delle aspettative di una generazione in provetta alla ricerca di nuove radici e alle prese con nuove paure.

Un lavoro che è allo stesso tempo un pugno allo stomaco e una carezza, dotato di una scrittura che scivola leggera ma si attorciglia alle budella, carico di umanità.

Ombre folli
Le ombre di due uomini si raccontano: il primo ha la passione segreta di travestirsi, truccarsi e andare in strada a fare pompini, arte in cui è Maestra, come dice con orgoglio. Ma la sua è una scommessa con la vita, una roulette russa al contrario, perché se qualcuno lo riconosce, il suo piacere si raddoppia, e nel momento dell’amplesso finale lo sbudella.

Il secondo, che dice di amarlo come un figlio, scopre questa sua doppia vita e lo sequestra per redimerlo, e vivere con lui un’esistenza “serena” fatta di rinunce, vergogna e castrazione, in una dipendenza reciproca, fino alla vecchiaia.

Come sempre, nel mondo di Franco Scaldati, chi parla non è mai solo, anche se parla da solo.

Scritto nel suo palermitano poetico, ogni monologo verrà recitato da un personaggio e, frase dopo frase, tradotto dall’altra ombra, in un gioco di rispecchiamenti che in questo testo diventa particolarmente crudele e struggente.

“una pallida stella sono, con la bocca dipinta”

Divine
Mi sono infilato nel romanzo di Jean Genet nel 1990: Non ne sono ancora uscito.

Non so che cosa mi ha tenuto così a lungo legato a quelle pagine, a quelle storie.

Incontravo le città, le persone, mi intrecciavo con loro, per finire spesso col dire: va bene, per oggi basta, chiudo la porta, ne ho abbastanza. Allora veniva il momento di aprire le pagine di quel libro e di trovare le parole liriche, poetiche, da sovrapporre ad una realtà incontrata, troppo cruda, troppo nuda, per essere vista così com’è. Non è che volessi decorare niente, ma quando disegnavo immagini ispirate al romanzo, quei tratti neri, grigi, acquosi, mi rivelavano figure icona, con aria quasi eroica nel loro attraversare la desolazione.

Mi sono rispecchiato nell’infanzia di Louis, negli slanci amorosi di Divine e nelle sue tristezze. Mi sono ritrovato nella ribellione e nel senso di distruzione che emana il giovane assassino Nostra Signora dei Fiori.

Li vedevo come archetipi, forse rappresentazioni mitologiche e quando nella vita, nella strada, andavo incontrando quelle tipologie umane che furono fonte di ispirazione per Genet, mi veniva da sovrapporre loro quell’immagine disegnata. Il legame ossessivo col romanzo mi portava a pensare che avesse a che fare col mio destino e che avrei potuto riconoscere il mio tra uno di quelli dei personaggi.

Destino vuole che io continuassi a leggere quel libro, a trarne immagini disegnate, appunti di sceneggiatura per il cinema. Il tempo è passato tra nuovi incontri, nuovi amori, amici scomparsi. Ho scritto la sceneggiatura di questo romanzo che presento al pubblico in forma di reading, mi accompagnano i disegni dello story bord che avevo realizzato come primo immaginario di un film che è poi approdato al teatro nello spettacolo Cinema Cielo.

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