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Vento da Sud – Est

Progetto: Roma per Pasolini

Progetto: Teatri di Comunità

7 giugno 2017

di Angelo Campolo e Simone Corso
regia Angelo Campolo

 

Lo spettacolo

Un ospite indesiderato ed inaspettato bussa alla porta della casa di una famiglia borghese. Il suo arrivo sconvolge completamente il nucleo familiare. Traendo spunto da Teorema, romanzo di Pier Paolo Pasolini, il progetto teatrale ad esso ispirato, guidato da Angelo Campolo, metterà in scena, lo spettacolo Vento da Sud-Est, prodotto da DAF – Teatro dell’Esatta Fantasia di Giuseppe Ministeri.
Vento da Sud-Est trasforma l’aitante e affascinante ospite pasoliniano in uno straniero, venuto spinto da un vento che proviene da sud est, fuggito dalla guerra, che ha attraversato il mare aperto rischiando la vita. Sull’uscio della casa della tranquilla e sicura famiglia borghese chiede di essere accolto. Così il romanzo di Pasolini diventa occasione per raccontare e discutere di un tema centrale: l’immigrazione.

Note di regia

Dove sei Pierpaolo?

“Sono pieno di una domanda a cui non so rispondere”. Chiudevi con queste parole il tuo romanzo “Teorema”, mezzo secolo fa. Quella domanda oggi è un gigantesco groviglio che pesa sul nostro futuro. Corrosi dall’ammirazione, dall’odio e dall’invidia nei tuoi confronti per il coraggio che avevi nell’impattare con la vita con disperata vitalità, assumendoti in prima persona tutti i rischi che comporta una scelta del genere. Un coraggio che sembra scomparso, impossibile addirittura da immaginare per chi è strutturalmente educato a tenersi a debita distanza dal fare esperienza diretta delle cose. Preferiamo “archiviare” e poi, all’occorrenza, “condividere”. Lontani dal pericolo, dal rischio, in attesa che le acque si calmino e qualcosa, magari, torni come prima. Chissà. Fuori, intanto, c’è un ospite “biblico” che bussa alla nostra porta. Spinto da motivazioni che, al momento, sembrano non riguardarci. Non è più l’ospite bello, biondo e provocante del tuo “Teorema”, venuto a “dimostrare” come il ceto borghese sia incapace di comprendere il verbo “sacro”. I nostri ospiti sono tanti e vengono dall’inferno, non dal paradiso. Proprio come tu avevi predetto.

Non sappiamo dire chi siano davvero, né possiamo impararlo dalla televisione. Alcuni di loro, in carne ed ossa, si rivolgeranno a te dalle tavole di un palcoscenico. Parleranno l’italiano che hanno imparato con abnegazione e impegno in soli due mesi da quando sono sbarcati. Gli italiani, invece, anche sulla scena, si terranno alla larga dal tuo verbo, troveranno rifugio tra i fantasmi di Mary Poppins, la più zuccherosa tra le fiabe occidentali che racconti dell’arrivo di un ospite inatteso, spinto dal vento.

Tante chiacchiere, proclami, preghiere, propositi, progetti e musica a non finire.

Ma alla porta qualcuno continua a bussare. Avremo il coraggio di aprire?

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