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Il revisore. Una versione

di Nikolaj Gogol’
regia Robert Sturua

Lo spettacolo

«Sta arrivando da noi un revisore!»: una delle battute più celebri, tra quelle che risuonano su tutti i palcoscenici del mondo appartiene al grande commediografo Nikolaj Gogol’. La prima rappresentazione del Revisore ebbe luogo a San Pietroburgo nel 1836, nel famoso Teatro Aleksandrinskij. Gogol’ visse a Roma in tre periodi della sua vita e frequentava gli ambienti letterari dell’epoca, tra cui il salotto della principessa Volkonskaja e il classico ritrovo al Caffè Greco. Ripeteva spesso e con enfasi: “…quando ho visto Roma mi sembrava che io avessi visto la mia patria, la patria della mia anima…! Dove ha vissuto il mio cuore ancora prima di me, prima che io nascessi.”
Gogol’ parlava perfettamente l’italiano e durante i suoi soggiorni rielaborò i suoi capolavori Taras Bulba e Ritratto e nel 1841 scrisse la versione definitiva del Revisore. Grottesca e satirica, il Revisore è una graffiante denuncia della corruzione pubblica. In una remota città dell’Impero Russo arriva da San Pietroburgo, la capitale, un ‘ignoto personaggio’ che assurge a protagonista di un giallo (ma forse dovremmo parlare di ‘commedia dell’arte’ russa). L’adattamento della pièce, che il regista Robert Sturua ha intitolato Il revisore. Una versione, appare come una grandiosa sintesi artistica di generi diversi. Gogol’ definì il ‘riso’ come l’unico personaggio ammodo della commedia. L’interprete del ruolo principale, Aleksandr Kaljagin, ritiene che il motore della pièce sia il ‘terrore’.
Autori e attori dello spettacolo trasmettono al pubblico un sentimento universale nel nostro tempo riassumibile nella formula: “fa tanto ridere da mettere paura!”. Ecco dunque che, a Roma, arriva Il revisore: quali enigmi affronterà nella Città eterna?

Un revisore. Una versione

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