Valter Malosti porta in scena, per la prima volta senza mediazione, l’inconfondibile voce salda e mite del Primo Levi di Se questo è un uomo. Un monologo ininterrotto che rende la parola protagonista e restituisce a questa irripetibile opera prima la sua dimensione di opera acustica: una voce nuda che riproduce la babele del campo di concentramento, orchestrandola sulle lingue parlate in quel perimetro di filo spinato.
Valter Malosti traspone in scena la voce che più di ogni altra ha saputo far parlare Auschwitz, quella di Primo Levi in Se questo è un uomo, affidandosi al potere della parola per rischiarare l’atroce viaggio verso la demolizione dell’uomo da parte dell’uomo. Sul palco risuona inconfondibile la voce mite e salda dello scrittore e testimone del Lager, che da oltre settant’anni racconta al mondo l’orrore e la follia dello sterminio nazista con il libro di avventure più atroce e più bello del ventesimo secolo, per la prima volta direttamente in scena senza alcuna mediazione. La condensazione scenica del testo, curata da Domenico Scarpa e dallo stesso Malosti, riverbera attraverso un monologo ininterrotto che rende la parola protagonista, fortissima, inesauribile e indelebile nelle coscienze. Ed è proprio la voce di Levi a riecheggiare in quella di Malosti, restituendo a questa irripetibile opera prima la sua dimensione di opera acustica: una voce nuda che riproduce la babele del campo di concentramento – i suoni, le minacce, gli ordini, il rumore della fabbrica di morte – orchestrandola sulle lingue parlate in quel perimetro di filo spinato. Sopravvivere e raccontare.
La voce di Se questo è un uomo distilla una moltitudine di registri espressivi, narrativi, percettivi, gli “a parte” meditativi, morali, politici e perfino scientifici, che Malosti converte sul palco in una quantità polifonica di dimensioni e di chiaroscuri. Se questo è un uomo riporta in suono e immagine l’orrore dell’umanità: quella “miseria” storica che ha permesso di azzerare la dignità umana – la negazione del diritto di considerarsi “uomo” affermata da Levi.