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Antigone

18 – 30 aprile 2020

di Sofocle
uno spettacolo di Massimiliano Civica
con Oscar De Summa (Creonte)
Monica Demuru (Ismene, Tiresia, Euridice)
Monica Piseddu (Antigone)
Francesco Rotelli (Guardia, Emone)
Marcello Sambati (Corifeo)

Lo spettacolo

Antigone, la tragedia perfetta secondo Hegel, scritta da Sofocle per il pubblico ateniese nel V secolo a.C., torna in scena a firma di Massimiliano Civica per parlarci del nostro orizzonte sociale e politico, facendo luce sul rapporto fra l’identità dei leader e il popolo che rappresentano, attraverso una nuova traduzione che accomuna Antigone e Creonte in una identica colpa: la presunzione di essere eccezionali.
Massimiliano Civica rilegge l’Antigone di Sofocle per interpretare i fenomeni politici della nostra contemporaneità alla luce della questione del rapporto fra l’identità di un leader e il popolo che rappresenta. Considerata da Hegel come un modello perfetto di tragedia, l’opera fu messa in scena per la prima volta nel 442-1 a.C. per il pubblico ateniese, che riconobbe da subito l’originalità di Antigone, creazione di Sofocle che riassumeva su di sé tante e tali implicazioni morali, politiche e religiose da farne una figura che avrebbe attraversano secoli di letture e interpretazioni per giungere ai giorni nostri ancora gravida di una straordinaria complessità di
significati. Attorno alla nota vicenda del cadavere insepolto per bando di Creonte, che obbliga i diversi personaggi della tragedia a regolare il proprio comportamento sullo spartiacque del consenso e del disaccordo, si sviluppa nella rilettura registica e drammaturgica di Massimiliano Civica una visione in chiave inedita dell’eroina protagonista, colpevole al pari di Creonte. Il focus di questo spettacolo sposta così il centro della storia su un discorso critico-politico sulla società che passa per un ripensamento vivo della tradizione, senza però mai discostarsi dalla ricerca della strada per arrivare alle emozioni. «Il rischio che si corre nel mettere in scena l’Antigone è quello di farsi influenzare da ciò che tutti sappiamo “per sentito dire”: il rischio cioè di prestare più ascolto alle interpretazioni critiche, politicamente e ideologicamente orientate, a cui è stata sottoposta quest’opera nel corso dei secoli, che al testo stesso di Sofocle – riflette Massimiliano Civica – Per “sentito dire”, tutti sappiamo che Antigone, dall’inizio alla fine della storia, è nel giusto, che è una sorta di santa laica che combatte per una nobile causa, mentre Creonte è un tiranno autoritario che commette e vuole solo il male. Ma se così fosse, saremmo davanti ad un melodramma, non ad una tragedia greca. La tragedia mette sempre in scena invece una situazione limite, in cui non è più pacifico dove sia il torto e dove la ragione. La nuova traduzione che è stata approntata del testo mette in luce il fatto che Sofocle accomuna Antigone e Creonte in una identica colpa: quella di avere la presunzione di essere eccezionali, di essere migliori di tutti gli altri, ovvero di essere, per intelligenza e qualità umana, “fuori dalla norma”. Il loro destino tragico è stabilito dal loro carattere superbo e dalla loro incapacità di dare ascolto alle ragioni degli altri. E il messaggio sconvolgente e attualissimo che l’Antigone fa risuonare oggi, grazie alla capacità che ha un classico di generare significati sempre contemporanei, è che è proprio il carattere che hanno le persone che svolgono un ruolo pubblico ad essere una questione di tremenda rilevanza politica ed interesse comunitario. Sofocle ci suggerisce che, al di là dell’essere “di destra o di sinistra”, è il carattere superbo dei leader politici che rischia di procurare danni al bene comune».

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