RAI Cultura su Amleto, con interviste a Giorgio Barberio Corsetti e Fausto Cabra
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Da solo in scena, Amleto accoglie il pubblico per condividere la domanda definitiva: essere o non essere? Da quel momento – con lui e con gli attori e attrici che appaiono – facciamo ingresso in un’altra dimensione, che è allo stesso tempo reale, concreta e immaginaria, simbolica. In una scena mobile e modulare, fatta di architetture che contengono paesaggi, ambienti, mondi, prende forma una Elsinore continuamente popolata, attraversata da una terribile e instancabile attività, il cui destino sembra scriversi da sé, nel sovrapporsi delle vite che la abitano. Elsinore è la nostra città interiore. Ci è familiare, riconosciamo ogni strada, ogni stanza, ogni volto. Siamo nel suo punto più profondo, e da lì guardiamo al suo reale fatto di usurpazione e oltraggio. Siamo nel punto più intimo di noi, nell’unico luogo in cui le nostre storie segrete trovano modo di emergere, di essere raccontate: il teatro.
In Amleto – e con Amleto – Giorgio Barberio Corsetti va alla ricerca della macchina umana dei desideri e delle pulsioni, degli atti mancati e violenti, ideando un gioco di scatole teatrali che ci riporta nel cuore della città. Una volta lì, ecco che ci sorprende qualcosa che già sapevamo: che questo cuore non ha altra forma se non quella di un palco e di una platea, e che la sua storia, animata da personaggi, attori e attrici, appartiene a tutti/e noi.