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Hotel Goldoni

Saggio di Diploma del corso di Recitazione dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico

regia Antonio Latella
drammaturga Linda Dalisi

Info
singolo spettacolo biglietti €18 intero, €12 ridotto

Card € 32 per 4 ingressi
4 ingressi a scelta tra gli spettacoli della rassegna L’Accademia all’India
Tutto, Hotel Goldoni, Riccardo II

 

La Locandiera

con Annabella Buonomo, Maria Chiara Arrighini, Francesca Somma, Edoardo Sani, Flavio D’Antoni, Sabatino Trombetta, Riccardo Longo, Alessandra Arcangeli, Giuseppe Benvegna

17 giugno ore 21.00
19 giugno ore 15.00 (maratona)
20 giugno ore 21.00
durata primo tempo 1h 30′ – intervallo 15′ – secondo tempo 45′

Il servitore di due padroni

con Gabriele Pestilli, Sofia Russotto, Flavio D’Antoni, Michele Nisi, Chiara Ferrara, Giuseppe Benvegna, Filippo Marone, Alessandra Arcangeli ,Michele Eburnea, Giulia Sessich, Edoardo Sani, Riccardo Longo

18 giugno ore 17.30
19 giugno ore 17.30 (maratona)
21 giugno ore 21.00
durata primo tempo 1h 15′ – intervallo 15′ – secondo tempo 1h 30′

La moglie saggia

con Guido Quaglione, Matilde Bernardi, Irene Mantova, Maria Chiara Arrighini, Francesca Somma, Gabriele Pestilli, Filippo Marone, Michele Eburnea, Giulia Sessich, Flavio D’Antoni, Sabatino Trombetta, Sofia Russotto

18 giugno ore 21.00
19 giugno ore 21.00 (maratona)
22 giugno ore 18.00
durata primo tempo 1h 25′ – intervallo 15′ – secondo tempo 1h 30′

 

Maratona dei 3 spettacoli
19 giugno dalle ore 15.00
La locandiera ore 15.00 – Il servitore di due padroni ore 17.30 – La moglie saggia ore 21.00
durata 8 ore

Lavorare su Goldoni oggi ha il senso di un ritorno all’origine, non solo per la riforma operata dal drammaturgo, ma perché respirando l’aria di “sperimentazione” si coglie il senso di “inizio”, l’inizio di un’idea di teatro come professione. Nel fare Goldoni con dei giovani, poi, questa valenza si eleva al quadrato. Goldoni, la sua opera, è la Locanda, quel luogo un po’ misterioso dove si arriva e si riparte, dove si parlano lingue diverse, in cui potersi sentire a casa pur essendo lontani da casa, dove poter essere altro da sé e cercare, intanto, la propria identità; dove poter indossare una maschera, o liberarsene; dove il dialetto non è una maschera ma una identità. L’amore per gli attori – che sono essi stessi “locande” in grado di farsi abitare da viaggiatori dalle identità molteplici, in evoluzione a volte – corrisponde a quello che nutriva Goldoni per gli strumenti della sua scrittura in trasformazione, dove confrontandosi con personaggi tutti alla ricerca di una identità (sociale, linguistica, sessuale) diventano creativamente attivi nella scrittura scenica. Se l’amore è merce di scambio e strumento di potere contrattuale, qualcosa da cercare in una capacità di compromesso e nel dialogo tra scelta e rinuncia, se i padri dispongono dei sentimenti dei figli, se esser figli è sacrificio più che esser padri, in questa strana Locanda (dove si può aver paura a entrare perché non sai se e come ne uscirai trasformato) parte una lunga riflessione sull’eredità. Passaggio, peso, stabilità, identità affidata, fortuna, responsabilità, sfortuna, dono, prigione, costrizione, affermazione di se stessi oltre se stessi, queste le risposte dei giovani attori alla domanda: che cos’è l’eredità? Anche il Mondo è una eredità, che lascerai a tua volta, uno dei due “libri” sui quali meditare sempre e di cui servirsi, ereditando l’esempio goldoniano; l’altro libro è il Teatro, che “mentre lo vo maneggiando, mi fa conoscere con quali colori si debban rappresentar sulle scene i caratteri, le passioni, gli avvenimenti, che nel libro del Mondo si leggono”. I servitori sono i veri testimoni, più o meno consapevoli, e i difensori del riscatto sociale, sono coloro che ereditano l’insegnamento degli eventi e lo conservano nelle “scarselle”, pronti a tirarlo fuori all’occorrenza, con un lazzo, un monologo in forbito italiano, un musicale dialogo in crescendo, ma sempre nella vibrazione del corpo che si lascia attraversare, come una Locanda.

 

scenografia Giuseppe Stellato
costumi Graziella Pepe
movimenti Francesco Manetti
suono e musiche Franco Visioli
luci Simone De Angelis
organizzazione Brunella Giolivo
assistente alla regia Marco Corsucci
direttore di scena Alberto Rossi
sarta di scena Maria Giovanna Spedicati
fonico Akira Callea Scalise

produzione Compagnia dell’Accademia

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